Non si sono incontrati al summit californiano sul Web 2.0, Evan Williams, confondatore di Twitter, e Mark Zuckerberg, l’inventore di Facebook. Ma il primo non ha resistito dal rivolgersi al secondo indirettamente durante una intervista, per rivolgergli un appello: “Collaboriamo”.
Stiamo parlando con loro molto spesso, per vedere se c’è un modo per lavorare insieme. Finora, nessuna delle due parti ha trovato un modo per farlo diversamente da quello che stiamo già facendo. Ma stiamo perdendo una opportunità.
Da quando lo scorso giugno Facebook ha bloccato l’integrazione dei contatti Twitter sul social network, i rapporti si sono raffreddati. Alcuni osservatori considerano il matrimonio tra il social e il microblogging un passo ineluttabile per rafforzare l’impero del Web 2.0, ma questo matrimonio sembra piuttosto lontano. Anzi, Facebook ha decisamente flirtato con altri, come Microsoft.
La questione di fondo è che tutti sanno come l’integrazione renderebbe l’esperienza di entrambi i social molto più ricca, ma allo stesso tempo Facebook è consapevole come il suo tesoro è la rete sociale così com’è. Così ha finito col cercare solo rapporti industriali ed economici con le altre aziende per valorizzare queste reti, rifiutando integrazioni dove non c’è passaggio di denaro.
Così anche Twitter ha fiutato il metodo, e come sottolinea il New York Times, con 10 milioni di tweets al giorno la domanda che continua a porsi nei confronti degli utenti è “Quale fra questi ti interessa?”. Per questo sta lavorando con Gnip, una società di analisi di mercato:
Abbiamo ricevuto richieste da chi vuole guardare questi dati per conoscere tendenze e analisi per il marketing. Ci sono milioni di modi di sezionare i dati e un sacco di aziende in quel settore interessate, settore che noi non conosciamo ancora bene.
Si parla del 50% di tutti i messaggi postati in Twitter per 360 mila dollari all’anno, oppure il 5% di tutti i messaggi per 60.000 dollari. Questo il prezzo fissato per poter dare un’occhiata a questi tweet in partnership con Twitter.
Insomma, il matrimonio sarebbe da fare, ma nella pausa di riflessione i due promessi sposi si stanno guardando attorno.
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