Twitter ha annunciato che inizierà a raccogliere le informazioni sulle applicazioni che gli utenti hanno scaricato all’interno del loro smartphone a meno che non venga negato esplicitamente il consenso a farlo. Dunque, a meno che non siano gli stessi utenti a specificarlo, il social network andrà automaticamente a “curiosare” all’interno dello smartphone per conoscere meglio i gusti degli iscritti. Questa scelta da parte di Twitter è stata fatta proprio per conoscere maggiormente le preferenze della propria utenza, per offrire una pubblicità maggiormente mirata.
Oggi, infatti, il social network può conoscere le abitudini degli utenti solo attraverso i loro tweet, un po’ poco, soprattutto se paragonato alle informazioni che possono gestire ed elaborare altri colossi di internet, tra cui Facebook. Questa scelta, contestualmente, permetterà anche a Twitter di migliorare i consigli per i suoi iscritti sui contenuti e sulle persone da seguire. In questo modo, il social network potrebbe garantire agli utenti timeline più ricche e più dinamiche a tutto vantaggio dell’esperienza d’uso. Si sottolinea comunque, che la raccolta delle informazioni di Twitter si ferma alle applicazioni presenti all’interno dello smartphone ma non al loro uso. Cioè il social network saprà, per esempio, che su uno smartphone è installato Spotify ma non la musica ascoltata.
Questa notizia ha fatto rapidamente il giro della rete e come prevedibile ha suscitato immediatamente molte polemiche. Utenti ed esperti hanno gridato allo scandalo, configurando l’azione di Twitter come un’ingiustificata violazione della privacy.
In realtà, in un’epoca dominata da internet, dai dispositivi mobili e dai social network, il tracciamento dei dati è una prassi abbastanza comune. Per esempio, sia iOS che Android permettono questa possibilità. Su iOS, per esempio, gli sviluppatori possono eseguire il ping del dispositivo di un utente in qualsiasi momento e richiamare l’elenco delle applicazioni in esecuzione sullo smartphone. Non va certo meglio su Android e su Facebook.
Twitter in ogni caso sottolinea come l’introduzione di questa funzionalità di tracciamento dei dati sarà inoculata con un nuovo aggiornamento dell’App per iOS ed Android in arrivo a breve. Inoltre, prima di iniziare la raccolta dei dati sarà notificato un messaggio agli utenti che spiegherà loro della nuova Policy del social network, offrendo anche la possibilità di disabilitare la registrazione dei dati. Per farlo, sarà sufficiente recarsi nel menu delle impostazioni dell’applicazione e disabilitare la funzione dedicata.
Sebbene Twitter abbia messo le mani avanti, rimane comunque il fatto che a breve il social network “metterà il naso” all’interno di tutti gli smartphone e nessuno saprà davvero con certezza dove finiranno tutti i dati raccolti e soprattutto se davvero il tracciamento si limiterà alle sole App installate e non a qualcosa di più. Un dubbio legittimo dove l’unica certezza è che oggi per poter disporre di applicazioni gratis lo scotto da pagare è cedere una parte dei propri dati personali.