Twitter non ha vissuto un 2015 certamente positivo, caratterizzato da un calo vistoso del valore delle azioni e da una scarsissima crescita degli iscritti alla piattaforma. Durante il 2015, la società non è riuscita a cambiare la tendenza negativa della crescita della piattaforma nonostante i buoni risultati economici. Il basso livello di crescita, in particolare, ha colpito negativamente gli analisti e gli investitori con il risultato che dall’inizio dell’anno le azioni hanno quasi dimezzato il loro valore.
Per arginare questa tendenza negativa, Twitter ha anche cambiato CEO affidandosi nuovamente a Jack Dorsey che aveva anche contribuito alla nascita di questo social network. Jack Dorsey, nei primi mesi del suo “regno” non è però, al momento, riuscito ad ottenere risultati significativi. I numeri parlano da soli. Dopo la sua IPO (offerta pubblica d’acquisto), le azioni di Twitter valevano circa 60 dollari, ma dopo alcuni alti e bassi adesso sono quotate solamente a poco più di 20 dollari. Un calo vistoso che ha penalizzato non solo i grandi investitori, ma anche gli stessi dipendenti della società in possesso di molte azioni del social network.
Una tendenza ribassista che non fa solo male al portafoglio, ma anche alle strategie per il futuro dell’azienda. Per il CEO di Twitter sarà, infatti, sempre più difficile fare assunzioni importanti, trattenere i talenti e soprattutto mantenere alto l’entusiasmo dei dipendenti.
L’unico dato positivo è che le entrate sono in aumento e dunque la solidità finanziaria di Twitter non sembra essere messa in discussione. Ma questo dato certamente non sembra bastare senza un piano di sviluppo adeguato.
La scommessa per il 2016 di Twitter è probabilmente proprio questa: rafforzare la sua presenza ed il suo appeal tra gli utenti mantenendo alto l’interesse tra gli investitori. Twitter deve, in buon sostanza, non solo creare ottimi prodotti pubblicitari come oggi già fa, ma anche lanciare nuove strategie di ampio respiro atte a guadagnare consenso tra il pubblico.