Twitter non è certo l’unico social network a soffrire il problema degli account fasulli, impostori che si fingono personaggi noti e che in più di un caso fomentano cause legali per diffamazioni ai danni delle compagnie stesse, ma sarà il primo a prendere un provvedimento ufficiale.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il caso LaRussa. Il manager della squadra di baseball dei St. Louis Cardinals ha infatti trascinato in tribunale la società di microblogging a causa di un account a suo nome in realtà gestito da sconosciuti che, a suo dire, l’avrebbe diffamato. A seguito di tale spiacevole situazione Twitter ha allora annunciato la beta del programma Verified Accounts.
Si tratta di un bollino di qualità da applicarsi agli account di persone note e che ne certifica l’autenticità. In mancanza di tale bollino la società avverte che si tratta di una identità non verificata. Dalla compagnia fanno sapere che inizialmente il bollino sarà applicato ad un numero ristretto di ufficiali pubblici, alle agenzie pubbliche, agli atleti e via dicendo per motivi legati alla scarsità di risorse impiegabili.
Infatti l’onere di trovare la corrispondenza attuale tra la dichiarazione di essere un tale personaggio e la realtà dei fatti spetterà al social network stesso che, a quanto sostenuto, per verificare la corretta identità si baserà sui collegamenti esistenti tra l’account in questione ed altri siti o risorse ufficiali e comprovate del medesimo personaggio.
La cosa non significa che Twitter abbia deciso di mollare la linea difensiva in tribunale, anzi. Secondo le ultime notizie avrebbe rifiutato l’offerta di patteggiamento: «Con tutto il rispetto per l’uomo e per il suo lavoro, la causa intentata da mr. LaRussa è un frivolo spreco immotivato di risorse giudiziarie» ha detto Biz Stone, cofondatore di Twitter: «i termini di servizio di Twitter sono equi e confidiamo che qualsiasi corte liquiderà in poco le accuse di LaRussa».