Pittsburgh è stata la prima città, nel 2016, scelta da Uber per mettere alla prova il livello di affidabilità del proprio sistema di guida autonoma con il trasporto dei passeggeri. L’incidente occorso nel mese di marzo a Tempe (Arizona), costato la vita a una donna di 49 anni, ha però profondamente cambiato la strategia del gruppo per quanto riguarda il perfezionamento e il test della tecnologia.
L’azienda ha infatti organizzato nella giornata di mercoledì un meeting al fine di comunicare il licenziamento di 100 dipendenti fino ad oggi impiegati come operatori a bordo delle self-driving car. Le operazioni erano state interrotte immediatamente in seguito all’evento citato poc’anzi e la loro collaborazione per Uber non è ora più necessaria. Il gruppo assumerà 55 nuove persone, con il ruolo di Mission Specialists, per testare i veicoli in pista e su strada, ma non è certo che coloro rimasti colpiti dal taglio potranno ricoprire una delle nuove posizioni aperte, poiché sono richieste maggiori competenze tecniche.
Per ridurre l’impatto della misura attuata, la società invita i suoi ormai ex dipendenti a candidarsi per un altro impiego, anche slegato dall’ambito della guida autonoma. Un portavoce ha affidato alle pagine di Quartz una dichiarazione che conferma come il progetto non sia stato abbandonato.
Il nostro team rimane impegnato nel costruire una tecnologia self-driving sicura e stiamo guardando avanti per tornare sulle strade pubbliche entro i prossimi mesi.
In seguito all’incidente il governatore dell’Arizona, Doug Ducey, ha imposto a Uber lo stop delle operazioni sulle strade pubbliche, per ragioni inerenti la sicurezza. Questo ha portato al licenziamento di altre 300 persone nello stato. Intanto la National Traffic Safety Board continua le proprie indagini per chiarire quanto accaduto: secondo una relazione preliminare, l’auto non avrebbe rallentato prima dell’impatto rivelatosi poi fatale per la donna.