Uber ha pubblicato il suo primo rapporto sulla sicurezza, insieme a una serie di note sui passi da compiere per garantire maggiore protezione a passeggeri e conducenti (che spesso sono le vittime). D’altronde, negli ultimi anni la società è stata accusata di non aver risposto adeguatamente alle denunce relative a molestie sessuali e altri crimini collegati alla sua piattaforma, e ora vuole fare chiarezza.
Uber ha dichiarato di aver ricevuto, tra il 2017 e il 2018, circa 6000 segnalazioni di abusi sessuali. Nonostante l’azienda sottolinei che il numero è minuscolo se paragonato ai 2,3 miliardi di spostamenti delle sue auto durante tale periodo, si tratta di un terribile trauma vissuto dalle vittime. Ad aggravare la situazione, l’assassinio di 19 persone (di cui sette autisti) nei due anni appena trascorsi. Ci sono poi stati 107 morti a causa di incidenti stradali, ma è un dato che allarma secondariamente dato che non ha nulla a che vedere con la cattiveria dell’uomo, né con le sue perversioni.
Ovviamente Uber ha provveduto a prendere precauzioni in tal senso: la società ha infatti menzionato sia lo sviluppo di un pulsante in-app dedicato alla sicurezza, così come nuove modifiche per rendere più tranquillo il percorso in auto di autisti e passeggeri. A proposito degli abusi sessuali riportati, la società dichiara:
Per quanto rari, rappresentano tutti l’esperienza di un individuo che è stata molto dolorosa. Una sola segnalazione basterebbe ad essere di troppo. La gente ha il diritto di conoscere le condizioni di sicurezza in cui operano le società cui ci si affida ogni giorno.
Entrando nel dettaglio, la società ha registrato 235 stupri nel 2018, il resto delle segnalazioni rientrano invece in diverse categorie di contatto fisico e tentativi di molestie.