«Se nulla dovesse cambiare in queste ore, al termine di domenica 16 aprile, Uber sarà costretta a sospendere le operazioni in Italia». Così spiegava Uber soltanto poche ore fa, in attesa di nuovi sviluppi sul fronte legale. Che ci sono stati: in attesa della pronuncia sull’appello dell’azienda, il tribunale ha accolto la sospensiva e Uber non dovrà pertanto interrompere le proprie attività nel nostro paese.
Uber risorge (per ora)
La notizia è stata data poco fa da Uber Italia, quando sembrava ormai troppo tardi, prefigurando pertanto il pieno funzionamento del servizio durante e dopo le vacanze di Pasqua:
Il tribunale di Roma ha accolto la nostra richiesta di sospensiva dell’ordinanza che richiedeva l’interruzione dei servizi di mobilità Uber a partire dal 17 Aprile. Siamo molto felici di poter comunicare a tutti i driver e agli utenti di Uber in Italia che potranno continuare ad utilizzare l’applicazione fino alla pronuncia del Tribunale sul nostro reclamo.
In questi giorni Uber aveva raccolto attorno a sé diverse testimonianze dei suoi autisti, chiamati a raccontare il loro punto di vista sulla clamorosa sentenza che ha in pratica sospeso le attività della società per concorrenza sleale. Uber ha subito presentato domanda di appello, convinta che questa ordinanza vada in direzione opposta rispetto alle linee guida europee in materia di apertura al mercato dei trasporti e al più recente Milleproroghe, che ha ribadito la non vigenza del rientro in rimessa per gli NCC. La polemica è subito arrivata a toni accesissimi, dividendo il paese tra quanti chiedono il rispetto delle regole da parte di Uber e quanti ne chiedono la revisione, tra chi vedeva nella chiusura di Uber un ripiegamento sul passato e quanti festeggiavano il ripristino della legalità, tra chi è ormai schierato a prescindere con Uber e chi è favorevole a prescindere alle posizioni dei tassisti.
https://twitter.com/Uber_Italia/status/851757509157285888
Per fare opinione, Uber Italia ha anche raccolto le parole di autisti e clienti nelle due città, Milano e Roma (pdf) dove si raccontano esperienze positive di questi ultimi e chance professionali per chi, pur volendo lavorare in questo settore, non poteva permettersi di pagare una licenza.
La parola definitiva però spetterà ancora ai tribunali, prima udienza il prossimo 5 maggio: da quella data si comincerà a capire quale potrebbe essere il futuro della mobilità in Italia.