Uber permette agli utenti di noleggiare un’automobile con conducente attraverso le app per iOS, Android e Windows Phone. Al termine della corsa, il passeggero può lasciare un giudizio sul guidatore, indicando eventuali esperienze negative. L’azienda californiana ha avviato un programma pilota per verificare se questi feedback corrispondono a verità, sfruttando i sensori integrati nello smartphone.
Il giroscopio misura piccoli spostamenti del dispositivo mobile, mentre GPS e accelerometro registrano con precisione il numero di fermate e partenze, oltre alla velocità mantenuta durante il viaggio. Questi tre sensori permettono a Uber di verificare se il guidatore compie brusche accelerazioni o frenate improvvise. Nel caso in cui il feedback del passeggero è accurato, l’azienda contatterà il guidatore. Se invece il giudizio non è veritiero, i dati raccolti verranno utilizzati per correggere la valutazione.
Gli stessi sensori possono essere sfruttati per incrementare la sicurezza. Se, ad esempio, il giroscopio registra movimenti eccessivi dello smartphone, Uber offrirà al guidatore un kit di montaggio per fissare il dispositivo al parabrezza. Se il GPS rileva che la distanza tra partenza e destinazione viene coperta in un tempo inferiore al previsto, l’azienda chiederà al guidatore di rispettare i limiti di velocità. Distrazione e velocità eccessiva sono le principali cause di incidenti mortali negli Stati Uniti.
Il programma pilota verrà avviato a Houston in Texas e successivamente esteso a tutte le città in cui il servizio di noleggio con conducente è disponibile. Uber non ha specificato se l’adesione è obbligatoria o volontaria. In ogni caso non c’è nessuna violazione della privacy, in quanto l’accesso ai dati è previsto dal contratto firmato dai guidatori.