Le tante questioni spinose che nel recente passato hanno interessato Uber e che hanno portato a una profonda riorganizzazione interna (si pensi solo all’abbandono del CEO Travis Kalanick) non sembrano aver scalfito l’immagine né il business del gruppo, nemmeno quando si parla di indagini su molestie sessuali perpetrate all’interno della società o attività di spionaggio nei confronti della concorrenza.
Uber va forte, soprattutto tra i più giovani. Lo svela una ricerca condotta da YouGov BrandIndex negli Stati Uniti per far emergere i brand che nel corso dell’ultimo periodo hanno saputo maggiormente attrarre l’attenzione e l’interesse di una fascia d’utenza ben precisa: quella dei millennial. Nei 60 giorni antecedenti la pubblicazione dello studio, il 26% dei chiamati in causa si è affidato al colosso del ride sharing per effettuare almeno un viaggio (+8% rispetto allo stesso periodo del 2016). È la crescita maggiore tra i brand presi in esame. Al secondo posto si è piazzato Instagram e al terzo il concorrente Lyft. Giù dal podio invece Snapchat, TLC, Twitter, WhatsApp, Delta, Spotify e Adidas. Fuori dalla Top 10 figurano Visa (11), Airbnb (12) e Wikipedia (15).
Attenzione, è bene precisarlo: la classifica appena riportata non è quella dei brand più conosciuti e apprezzati, bensì di quelli che negli ultimi dodici mesi hanno fatto registrare un maggiore tasso di crescita in termini di utenti. Le cose cambiano radicalmente se si prende in considerazione la chat con i marchi più noti a livello assoluto, letteralmente dominata dai giganti del mondo online, ma con qualche eccezione. Nell’ordine si piazzano YouTube con il suo streaming video, il social network Facebook, l’onnipresente Google, Amazon per lo shopping online, Walmart, la piattaforma Netflix, Instagram per il photo sharing, la mela morsicata di Apple, Wikipedia, Visa, Samsung con i suoi dispositivi mobile, McDonald’s, Target, PayPal per i pagamenti, Twitter, Walgreen’s, Band-Aid, Coca Cola e infine Snapchat.