A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione di un filmato che riprende una self-driving car di Uber attraversare un incrocio con semaforo rosso a tutta velocità (la responsabilità dell’accaduto è stata attribuita esclusivamente ad un’imprudenza del conducente), il progetto di guida autonoma del gruppo torna a far parlare di sé per una criticità, in particolare nella gestione delle piste ciclabili.
Come riferito da un responsabile dell’azienda alla redazione del Guardian, c’è ancora del lavoro da fare affinché il software di bordo eviti di compiere manovre potenzialmente pericolose per i ciclisti. A sollevare il caso è stato Brian Weidenmeier, direttore esecutivo della San Francisco Bicycle Coalition, dichiarando di aver visto ben due volte una vettura autonoma di Uber effettuare un’inversione improvvisa e poco sicura attraversando una pista ciclabile. La risposta dell’azienda è quella di aver preso in considerazione le segnalazioni e di essere al lavoro per trovare al più presto una soluzione al problema. Secondo Weidenmeier, però, è inaccettabile che la fase di test sia stata avviata nonostante la presenza di un rischio potenziale per chi pedala.
Non è l’unico intoppo incontrato da Uber durante questa fase di rollout per la tecnologia self-driving nelle strade di San Francisco. Sempre nei giorni scorsi, il California Department of Motor Vehicles ha intimato al gruppo di interrompere temporaneamente la fase di test, almeno finché non sarà ottenuto il permesso necessario per condurla. Le vetture autonome impiegate dall’azienda nelle strade pubbliche della città californiana sono delle versioni modificate del SUV Volvo XC90, equipaggiate con le componenti hardware necessarie a monitorare in tempo reale l’ambiente circostante e con il software necessario ad agire sui comandi.