Alcune screeshot divulgati attraverso Buzzfeed hanno creato nelle ultime ore un certo sconcerto attorno al servizio di trasporti di Uber. Si tratta di immagini provenienti dal back-end del servizio di assistenza proprio del gruppo, dalle quali sembra possibile evincere un alto numero di problematiche, molte delle quali legate ad una matrice sessuale. Semplici query inserite nel sistema restituiscono infatti migliaia di risultati relativi alle voci “rape” o “sexual assault”, configurando una situazione di imbarazzo dalla quale Uber ha voluto divicolarsi immediatamente attraverso specifiche risposte.
La risposta nel merito è firmata da Joe Sullivan, Jill Hazelbaker e Tim Collins, rispettivamente Chief Safety Officer, Vice President Communication & Public Policy e Vice President Global Support di Uber. La missiva è indirizzata ai piani alti di Buzzfeed, ma più in generale è rivolta alla clientela di Uber che pretende spiegazioni per capire quanto possa essere sicuro affidarsi in futuro agli autisti del servizio. Le spiegazioni, seppur non pienamente dettagliate e convincenti, sembrano anzitutto sgombrare il campo da un dubbio: i problemi di matrice sessuale archiviati dal servizio di assistenza non sono migliaia, ma soltanto poche unità. L’incomprensione nascerebbe dal fatto che la semplice ricerca testuale mette assieme tanto errori di scrittura, quanto parole usate in altri contesti, quanto ancora situazioni non verificate o già smentite.
Complessivamente, spiega Uber, sarebbero soltanto 5 i casi di stupro segnalati al servizio assistenza, ossia lo 0.0000009% dei viaggi percorsi dal 2012 a metà 2015. In questi casi Uber avrebbe applicato uno specifico protocollo che arriva a sospendere il guidatore in attesa di giudizio, così da non compromettere la sicurezza complessiva del servizio. In caso di colpa riconosciuta e conclamata, l’autorizzazione alla collaborazione con Uber viene ovviamente cancellata.
Le immagini sarebbero arrivate da un insider, già noto ai vertici di Uber, e la loro pubblicazione esterna ha immediatamente generato il dubbio per cui il sistema Uber, di per sé orizzontale e virtualmente privo della rete che sta invece a monte dei servizi di taxi tradizionali, potesse soffrire di controlli carenti, mettendo eccessivamente a rischio la sicurezza di autisti e passeggeri. La smentita è invece in tal senso forte: il servizio di assistenza è in continua evoluzione e Uber sta investendo molto su questo processo poiché intende anzitutto rendere affidabile e confortevole la scelta degli utenti. La polemica nata su Buzzfeed non è stata dunque presa sotto gamba nemmeno per un minuto: la lettera pubblica dai vertici dell’azienda ha sgombrato il campo dai dubbi, ha minimizzato l’impatto del problema segnalato ed ha sopratutto ricordato che la fallacia è parte integrante dei sistemi basati sulla persona. Uber non può far fronte ad incidenti e casi eccezionali, ma al contempo è in grado di garantire fin da oggi massimo impegno ai fini della sicurezza dei viaggi con il servizio.