Sessismo, molestie e abusi: su Ubisoft, terza azienda mondiale nella produzione di videogames, si abbatte una vera e propria tempesta. Tutto è partito da alcune denunce via Twitter, il quotidiano francese Libération ha realizzato un’inchiesta giornalistica che ha portato alla luce un malcostume che si è protratto per anni. Nella notte tra sabato e domenica è stato costretto alle dimissioni il capo creativo e numero due del gruppo Serge Hascoet. Con lui se ne sono andati Cécile Cornet, responsabile delle risorse umane, e Yannis Mallat, capo della divisione canadese. Prima di loro, nei giorni scorsi, era già stato allontanato il vicepresidente della squadra editoriale Tommy François.
Una vicenda che sta minando seriamente l’immagine dell’azienda francese che da anni produce alcuni best seller dei videogame come le serie di Assassin’s Creed e Far Cry: Yves Guillemot, Ceo di Ubisot promette a tal proposito importanti cambiamenti in un futuro alquanto prossimo. Secondo le testimonianze raccolte da Libération a inizio luglio, infatti, nell’azienda vigeva un clima tutt’altro che sereno e nel quale le molestie verbali erano così diffuse da essere utilizzate anche durante i colloqui di lavoro. Sin dal primo impatto, dunque, i vertici dell’azienda volevano capire se gli assumendi fossero propensi a vivere in un ambiente nel quale scherzi virili e sessisti erano praticamente all’ordine del giorno.
Ubisoft: il “parco divertimenti” di Tommy François
Secondo il racconto di alcuni dipendenti, Tommy François concepiva la sede di Montreuil come una sorta di parco dei divertimenti personale, nel quale i suoi scherzi a sfondo sessuale erano la normalità. Tra le battute preferite c’erano quelle sul sesso orale eventualmente praticato dalle dipendenti o alla masturbazione. Inoltre, era abitudine del vicepresidente della squadra editoriale strusciarsi e approfittare dei baci di saluto per intrattenersi più a lungo del dovuto.
Le dipendenti erano anche costrette a partecipare a party aziendali, pena il licenziamento, nel corso dei quali potevano dover sottostare a molestie o abusi. Insomma, un clima tutt’altro che in linea con le idee dei cinque fratelli fondatori di Ubisoft nel 1986. A tal proposito, il Ceo Yves Guillemot ha annunciato di aver preso già provvedimenti con un comunicato: “Ubisoft non è stata in grado di garantire ai suoi collaboratori un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo, e questo non è accettabile. Ogni comportamento tossico è in opposizione totale con i valori sui quali non transigo”.