La celebre distribuzione Ubuntu Linux sarà presto tra i sistemi operativi certificati per i server Sun basati su architettura x86. La certificazione riguarderà l’imminente release 8.04 LTS, soprannominata Hardy Heron, della distribuzione africana. La sigla LTS indica il Long Time Support, supporto a lungo termine (fino a cinque anni sui server) ed è una caratteristica pensata per rendere alcune delle release, che avvengono con cadenza semestrale e sono solitamente supportate per 18 mesi, più appetibili per le aziende e il mercato enterprise in genere.
La collaborazione tra Sun e Canonical, la società alle spalle di Ubuntu Linux e fondata da Mark Shuttleworth, viene portata avanti sin dal 2006, anno in cui Ubuntu divenne uno dei pochi sistemi oltre a Solaris ad essere certificato per funzionare sui server Sun SPARC. Da allora la versione 6.06 di Ubuntu è stata inclusa nell’elenco dei sistemi operativi disponibili per alcuni dei server Sun, sia con processori SPARC che AMD. La rinnovata alleanza, però, non prevede più l’utilizzo di Ubuntu a bordo delle macchine SPARC, architettura che, a partire dalla versione 8.04, Ubuntu ha deciso di non includere tra i sistemi supportati per i nuovi rilasci, pur garantendo l’assistenza e gli aggiornamenti di sicurezza per le release precedenti.
Pur abbandonando l’architettura hardware storica di Sun, Ubuntu rinforza il legame con la società capitanata da Jonathan Schwartz grazie alla collaborazione su Java: Shuttleworth, in un email a Linux Watch, ha avuto modo di commentare il lavoro svolto fin qui dicendo che «In aggiunta agli sforzi per la certificazione sui server x86, abbiamo svolto del lavoro aggiuntivo sullo stack Java presente in Ubuntu 8.04 LTS, che conterrà i pacchetti di OpenJDK, e ci aspettiamo di avere la piena certificazione TCK [Technology Compatibility Kit] come base per il lavoro addizionale che stiamo facendo su Glassfish, NetBeans e altri componenti Java [JavaDB, n.d.r.]. L’obiettivo è quello di rendere Ubuntu 8.04 LTS ancora migliore per i server per applicazioni Web basate su Java».
Canonical appare quindi sempre più agguerrita per conquistare il suo posto nel mercato enterprise Linux, finora dominato da RedHat e Novell, il cui successo nel settore è fuori discussioni: nel solo 2007 Novell ha raddoppiato le vendite del suo comparto open source, e RedHat ha recentemente presentato dei risultati fiscali da record. Tuttavia proprio il grande successo dei due più grandi fornitori di servizi e software per server e workstation Linux denota un mercato in forte espansione e che, quindi, potrebbe facilmente accogliere un terzo competitor.
E a questo proposito Dell, che ha già a listino alcuni desktop e portatili equipaggiati con la distribuzione umana, dovrebbe annunciare entro breve una linea di server con preinstallato Ubuntu Linux (i server Sun lo elencheranno tra i sistemi compatibili ma non lo preinstalleranno), confermando la decisa intenzione di Canonical ad espandersi nel mercato dei server, allargando così la base di utenti effettivamente disposti a pagare per l’assistenza e il supporto. E da questo punto di vista la società di Shuttleworth affronta il mercato in maniera diversa dagli altri due big competitor: mentre Novell e RedHat hanno da un lato dei prodotti mirati alla fascia alta di mercato (rispettivamente Suse Enterprise Linux e RedHat Enterprise Linux) e dall’altro portano avanti dei progetti liberamente scaricabili su cui però non forniscono alcun supporto ufficiale (OpenSuse e Fedora), Canonical non offre una versione speciale per le aziende e punta tutto sui servizi di assistenza, permettendo comunque l’accesso gratuito alla sua distribuzione Linux sia alle aziende che all’utente casalingo.