L’amicizia tra Ubuntu e Yahoo è durata il tempo necessario per far nascere un’illusione. Poi è svanita. Il messaggio di Rick Spencer sulla mailing list Canonical Ubuntu Desktop ufficializza infatti l’improvviso ed inatteso passo indietro del gruppo: Yahoo non sarà più il motore di ricerca predefinito su Ubuntu e la scelta cade invece, nuovamente, sul precedentemente epurato Google.
«Ad ogni release», spiega Spencer, «scegliamo il miglior browser ed il miglior motore di ricerca per le opzioni default di Ubuntu. Quando scegliamo il provider della ricerca, consideriamo fattori come l’esperienza utente, le preferenze ed i costi e benefici per Ubuntu». Nel messaggio si ricorda come con la versione 10.04 il testimone avrebbe dovuto passare a Yahoo. Cosa sia successo in seguito, però, non è dato a sapersi: la novità è annunciata ma non esplicata, lasciando però supporre come i l«vil denaro» possa essere alla base del cambio di direzione.
«Con la release finale, Google sarà il motore di default. Ho chiesto al team Ubuntu Desktop di cambiare l’impostazione il prima possibile, comunque sicuramente entro la release finale del 15 Aprile». Inevitabilmente il cambio improvviso di vento apre a possibili critiche, dunque Spencer tenta di spiegare almeno il contesto nel quale la decisione è maturata: «Non è nostra intenzione saltare tra un motore e un altro, ma alcune circostante di fondo sono cambiate in modo imprevisto. In questo caso scegliere Google renderà facile per chiunque l’upgrade dalla 9.10 alla 10.04 ed il cambiamento sarà visibile soltanto per coloro i quali hanno preso parte al ciclo di sviluppo verso la 10.04».
Tra le righe e col senno del poi, la scelta di Yahoo sembra essere stata più una leva contrattuale che non un vero cambio di orizzonte. Il revenue sharing basato sulle ricerche effettuate dagli utenti, infatti, è una importante fonte di sostentamento per un progetto come Ubuntu e per questo motivo Canonical si trova nella posizione di dover cercare il massimo beneficio pur senza scontentare gli utenti. Yahoo è stato un passo temporaneo e limitato a quanti hanno seguito le fasi di sviluppo della nuova release. Per il grande pubblico, invece, la situazione è rimasta immutata: Google era, Google sarà.