«Ho scritto ad Europol per impedire l’accesso a RBN, il provider Internet che ospita siti pedopornografici». Il vicepresidente della Commissione Europea, Franco Frattini, sembra essere deciso a risolvere una volta per tutte lo spinoso problema legato a Russian Business Network. La misteriosa rete, fatta oggetto di numerose segnalazioni, veicola una cospicua quantità di siti Web attivi nello scambio e nella diffusione di materiale pedopornografico.
Dell’intricato universo malavitoso alle spalle di RBN si era occupato, nel corso dell’ottobre 2007, il quotidiano statunitense Washington Post. L’indagine giornalistica non aveva, però, portato a grandi risultati. Con molta pazienza, il giornalista Brian Krebs era tuttavia riuscito a risalire alle società che all’epoca fornivano la maggior parte della connettività a RBN. Tra le aziende segnalate, comparivano Tiscali.uk (Regno Unito), SBT Telecom (Seychelles), Aki Mon Telecom e Nevcon LTD (Panama). Probabilmente in buonafede, o impossibilitate a verificare le reali attività della tentacolare RBN, una dozzina di provider fornivano (e probabilmente forniscono ancora) l’accesso del network criminale al Web.
Le attività svolte in Rete da RBN sono estremamente ramificate e coinvolgono numerosi settori informatici. Alcune sezioni dell’organizzazione si occupano principalmente della diffusione di virus e malware, sfruttando spesso le vulnerabilità dei sistemi operativi e degli applicativi che utilizzano Internet. Altri rami di RBN si occupano invece di phishing e spamming, cercando di carpire informazioni riservate ai possessori di indirizzi e-mail, così da accedere ai conti correnti online per effettuare transazioni non autorizzate. Stando alle informazioni raccolte in questi anni, pare comunque che uno dei core business di RBN sia costituito dal commercio di materiale pedopornografico online.
Grazie a un complesso gioco di scatole cinesi, attuato con continui trasferimenti di indirizzi IP e server, i responsabili delle attività criminali sono spesso difficilmente identificabili. Apolide e continuamente riorganizzata, la rete RBN non sembra ancora aver conosciuto una seria crisi. La sorprendente solidità dell’organizzazione desta da tempo numerosi sospetti in ambito investigativo, tanto da ipotizzare un coinvolgimento con alcuni ambienti politici russi, che potrebbero forse offrire coperture ad hoc per le attività illecite. Supposizioni, che non hanno ancora trovato una conferma con prove oggettive e inconfutabili.
La decisione adottata dal vicepresidente Franco Frattini di affidare all’Europol una nuova fase di ingagini, tesa a interdire l’accesso a RBN online, potrebbe portare nuova luce sull’intricata questione. L’unità di indagine europea cercherà nei prossimi giorni la collaborazione delle autorità russe. L’obiettivo è dunque quello di intensificare i rapporti con la Russia per «avviare azioni più incisive e radicali».