Il Parlamento europeo ha infine approvato la legge antiterrorismo che prevede la conservazione dei dati relativi a telefonate e connessioni al web. 378 voti favorevoli al cospetto di soli 197 voti contrari e 30 astensioni: come ipotizzabile a seguito del vasto accordo che ha preceduto la votazione la normativa è passata. D’ora in poi ogni dato verrà conservato per un tempo variabile tra i 6 ed i 24 mesi rendendo così teoricamente più semplici indagini ed indentificazioni in caso di necessità. Per quanto riguarda il web saranno conservati dati relativi a connessioni, e-mail inviate e chiamate tramite servizi di VoIP.
Le polemiche che hanno preceduto il voto hanno portato a ridefinire più volte il testo di legge, contemplando così le osservazioni di quanti vedevano nella normativa la nascita di un “grande fratello” europeo e degli ISP che contestavano gli elevati costi di storage a cui venivano improvvisamente costretti. Per difendere la privacy si è garantito che solo i dati relativi a chiamate e connessioni (non quindi i relativi contenuti) verranno mantenuti e nel contempo vi saranno adeguate soluzioni finalizzate all’annullamento della maggiorazione di spesa imposta (precisa l’ANSA: «l’aula ha anche accolto l’indicazione del Consiglio affinché i costi supplementari per i gestori non ricadano sugli Stati membri»).
La proposta di legge nacque originariamente i giorni seguenti alla strage di Londra ed il principio è quello di garantire una più longeva durata dei dati per facilitare eventuali indagini protratte nel tempo. Nei giorni scorsi a questo proposito la CNN sottolineava il fatto che le misure anti-terrorismo andrebbero ponderate al fine di non costituire artificiosi elementi di ostruzione per la regolare crescita del mercato (con preciso riferimento alla Legge Pisanu che in Italia costringe gli Internet Point alla conservazione dei dati personali di quanti fruiscono del servizio).