Le nuove norme volute dall’Unione Europea per regolare il commercio in Rete nel vecchio continente si avvicinano giorno dopo giorno al diventare realtà: nonostante l’opposizione da parte dei principali nomi del settore, secondo i quali tali regole non agevolerebbero bensì potrebbero fortemente penalizzare l’e-commerce in Europa, la prima bozza di tali norme è stata approvata tramite apposito voto nella giornata di ieri.
Una votazione che, stando ai numeri, mostra ben chiara quella che è la posizione dei paesi membri dell’Unione: i 521 voti favorevoli rappresentano una grossa percentuale rispetto ai soli 145 contrari, confermando dunque la volontà da parte delle nazioni europee di imporre una serie di paletti al fine di standardizzare il commercio elettronico in tutto il continente, offrendo maggiori diritti ai consumatori ed uniformando i trattamenti nei confronti di ogni singolo cittadino europeo.
L’obiettivo dell’UE è dunque quello di abbattere le barriere normative che attualmente impediscono agli acquisti online di decollare e di rappresentare l’anima pulsante del commercio attraverso l’Europa: secondo le ultime statistiche, infatti, solo l’8% dei cittadini acquista in Rete tramite negozi appartenenti a paesi diversi dal proprio, in molte circostanze a causa dell’impossibilità di ricevere la merce nel proprio paese di residenza. Il massimo organo europeo ha dunque sollecitato una questione scottante, promuovendo alcune regole che permettano ai clienti di acquistare in ogni store appartenente all’Unione Europea come se si trattasse di un’attività commerciale della propria nazione.
Le regole proposte dall’UE riguardano aspetti quali la possibilità di accedere a qualunque store senza vedersi sbarrate le porte a causa di problemi logistici, l’ampliamento dei termini utili per la restituzione dei prodotti, la regolamentazione dei rimborsi ed altri aspetti di fondamentale importanza per l’intera struttura di base dell’e-commerce. Una struttura che, secondo le aziende che attualmente operano sul territorio europeo, rischia di essere compromessa a discapito dei clienti finali, sui quali si ripercuoterebbe un inevitabile impennata dei prezzi a seguito dell’aumento dei costi di gestione delle attività commerciali nel web.