La Commissione Europea ha annunciato l’apertura di due distinte indagini sul modo in cui Motorola Mobility (gruppo acquisito da Google attraverso una operazione che ha già ottenuto il via libera delle autorità) sfrutta i propri brevetti e li concede o meno in licenza ai gruppi concorrenti. L’indagine intende accertare se Motorola abbia o meno utilizzato alcuni propri brevetti per forzare il mercato interno ponendo ostruzione alle possibilità di mercato della concorrenza che, in assenza di specifiche licenze, rimane forzosamente relegata ai margini del mercato.
La situazione era nota da tempo: le accuse su cui vertono le indagini provengono da Redmond e da Cupertino, rispettivamente relative alle recriminazioni Microsoft ed agli strali lanciati da Apple. Spiega infatti la Commissione: «Facendo seguito alle denunce avanzate da Apple e Microsoft, la Commissione approfondirà, in particolare, se applicando ingiunzioni contro i prodotti di punta Apple e Microsoft quali iPhone, iPad, Windows ed Xbox sulla base di brevetti che sono stati dichiarati essenziali per la produzione di prodotti aderenti agli standard, Motorola abbia fallito nell’onorare il suo impegno irrevocabile nel rispetto degli standard medesimi. In questi impegni, Motorola ha il dovere di licenziare i brevetti essenziali per gli standard secondo termini giusti, ragionevoli e non discriminatori (FRAND)».
Il comunicato diramato spiega inoltre che il contravvenire a tali disposizioni equivale ad un abuso di posizione dominante, il che porrebbe Motorola (e pertanto Google) in una situazione complessa.
I brevetti al centro dell’attenzione sono quelli relativi alla compressione video H.264, per i quali Motorola avrebbe preteso una quota di ricavi per ogni unità licenziata pari al 2,25% (quota ritenuta inaccettabile tanto da Apple quanto da Microsoft). Poche ore fa l’UE ipotizzava l’apertura di una inchiesta, ora certifica l’apertura del fascicolo con tanto di urgenza del procedimento.