La questione della brevettabilità del software vede avvicinarsi il momento in cui il cerchio si chiuderà ed il procedimento potrà veder riavviati tutti i suoi meccanismi: nel contesto di una folla di oltre 300 manifestanti (e relativa conferenza stampa della FFII, Foundation for a Free Information Infrastructure), il Parlamento Europeo ha stabilito che, in ossequio alla linea votata ad inizio mese dalla Commissione Giuridica, la legge sui brevetti dovrà tornare alla Commissione per una solerte riconsultazione.
L’annuncio, di cui si fa portavoce il leader liberale Graham Watson, viene raccolto dall’agenzia Reuters: «E’ stata presa la decisione di chiedere una riconsultazione sul pacchetto software». Watson aggiunge inoltre che il Parlamento, nell’esprimere il proprio parere contrario circa gli estremi previsti dalla legge in discussione, avrebbe voluto chiedere di far tabula rasa sulla legge ma tale richiesta avrebbe superato gli stessi poteri del Parlamento: «l’unica strada legale che abbiamo è di chiedere la riconsultazione».
La Commissione accoglie dunque il testo e promette un nuovo voto entro il 7 Marzo. A questo punto è probabile che la legge verrà rivista e riformulata perchè in caso contrario si giungerebbe ad uno scontro frontale che interessa probabilmente a pochi. Il Lussemburgo, nel contempo, chiede di accellerare i tempi per veder approvato il testo prima del cambio della guardia alla presidenza dell’Unione (la fine del semestre di competenza è in Giugno).
Nel momento in cui si pubblica la presente, a Milano è in corso una conferenza dal titolo «No alla brevettazione del software in Italia ed in Europa». Partecipano alla conferenza l’on. Eva Lichtemberger, Parlamentare austriaca al Parlamento Europeo; Carlo Formenti, Corriere della Sera; Giuseppe Scarano, promotore della mozione contro la brevettabilità del software per la Provincia di Milano; l’on. Fiorello Cortiana, Presidente Intergruppo Bicamerale per l’Innovazione Tecnologica. All’ordine del giorno la direttiva in discussione presso la Commissione Europea e la battaglia per la «libera condivisione del sapere e della conoscenza».