«L’uso efficiente dello spettro radio è un fattore chiave per la crescita, la produttività e lo sviluppo dell’industria. Il regime di assegnazione dello spettro, ad oggi, differisce tra gli stati membri e questo reca ritardi e costi aggiuntivi nei servizi. È una mancanza di competitività europea il fatto che, a differenza degli Stati Uniti, esistano oggi 27 regimi giuridici della materia e non uno solo unitario. Per tutte queste ragioni è essenziale che la materia dello spettro radio venga tutelata a livello europeo»: così una nota proveniente dal Parlamento Europeo
pone l’accento su un problema normativo che rende difficoltosa l’armonizzazione del contesto legislativo relativo allo sfruttamento dello spettro radio utilizzato per le telecomunicazioni.
Il tutto prende origine dalla relazione della parlamentare britannica Fiona Hall, secondo la quale, testualmente: «nonostante la pressione intensa di lobby di alcuni diffusori, i deputati hanno sostenuto l’idea che alcune parti dello spettro radioelettrico possano essere aperte a tutti. Inoltre, il passaggio delle tecnologie analogiche alle tecnologie digitali permetterà di liberare nuove frequenze: si possono immaginare nuovi utilizzi dello spettro, come prolungare la rete senza fili alle zone rurali, difficilmente raggiungibili […] l’evoluzione della tecnologia senza fili è molto rapida, ma i fornitori possono immettere le proprie innovazioni sul mercato soltanto se vi sono frequenze radiofoniche disponibili. La liberalizzazione del mercato interno europeo di parte dello spettro radiofonico permetterà ai fornitori europei di accrescere il proprio potenziale quali leader mondiali nella tecnologia senza fili, e di conseguenza genererà nuovi posti di lavoro e sviluppo europeo».
La proposta, rilanciata dalla Hall ma approvata originariamente in data 14 Febbraio, verte su 4 punti precisi:
- «promuovere competizione ed innovazione che siano a vantaggio dei consumatori»;
- «stabilire regole comuni europee sul controllo del settore»;
- «assegnare l’accesso allo spettro radiofonico basato sulla richiesta di mercato»;
- «accertare che le trasmissioni radiofoniche non siano limitate dalle frontiere nazionali».