La Commissione Europea ha multato Qualcomm con 242 milioni di euro per la sua decennale guerra dei prezzi con l’ormai defunta società di semiconduttori Icera. Nella sentenza pubblicata ieri in tarda serata, l’organo continentale ha affermato che la chipmaker ha abusato della sua posizione dominante per vendere il suo hardware UMTS a un prezzo inferiore tra il 2009 e il 2011, nel tentativo di impedire al produttore di software telefonico britannico Icera di essere scelta da eventuali clienti e telco.
La CE ha concluso che l’azienda si è impegnata a fornire cosiddetti “prezzi predatori” per indurre aziende cinesi come Huawei e ZTE a puntare sulla propria fornitura, in un momento in cui Icera stava crescendo e diventando un partner valido nel campo degli apparati e antenne UMTS, in merito a prestazioni elevate e qualità. Il rischio che diventasse una serie concorrente di Qualcomm c’era e, secondo la Commissione, solo una simile politica dei prezzi dell’americana lo ha evitato.
“Ha impedito a Icera di competere nel mercato, ha soffocato l’innovazione e alla fine ha ridotto la scelta per i consumatori”, affermano gli stati al potere” – si legge nella sentenza. Ma non solo: il commissario Margrethe Vestager ha commentato:
I chipset in banda base sono componenti chiave per far si che i dispositivi mobili possano connettersi a internet. Qualcomm ha venduto questi prodotti a un prezzo sottocosto a clienti fondamentali, con l’intenzione di eliminare un concorrente. Il suo comportamento ha impedito la concorrenza e l’innovazione, limitando la scelta a disposizione dei consumatori in un settore con un’enorme domanda e potenziale. Ovviamente questo è illegale secondo le norme antitrust dell’UE, e per questo abbiamo multato Qualcomm per 242 milioni di euro.
La Commissione ha inoltre ordinato a Qualcomm di non intraprendere pratiche simili in futuro. In una dichiarazione, la compagnia ha spiegato di voler fare appello: “La Commissione ha trascorso anni a esaminare le vendite a due clienti, ognuno dei quali ha dichiarato di preferire i chip Qualcomm non a causa del prezzo ma perché quelli dei rivali erano tecnologicamente inferiori. Questa decisione non è supportata dalla legge, dai principi economici o dai fatti di mercato, e attendiamo con impazienza un’inversione di tendenza in appello”.