Prosegue l’impegno della Commissione Europea per favorire lo sviluppo delle reti a banda larga nel vecchio continente. A distanza di alcuni mesi dalle ultime dichiarazioni di intenti, l’istituzione ha da poco adottato una serie di orientamenti per rendere più semplice e omogenea l’applicazione delle norme tese a incentivare l’adozione del broadband. Le indicazioni [pdf] della Commissione contemplano anche alcuni passaggi dedicati all’implementazione delle reti di accesso di nuova generazione, che potranno essere finanziate attraverso specifici interventi pubblici.
«Gli orientamenti rappresentano uno strumento completo e trasparente per garantire agli Stati membri e alle autorità pubbliche che i loro progetti di finanziamento pubblico nel settore della banda larga siano conformi alle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato. Tale strumento agevolerà quindi l’installazione su vasta scala di reti a banda larga sia ad alta che ad altissima velocità, rafforzando la competitività europea e contribuendo allo sviluppo di una società basata sulla conoscenza in Europa» ha dichiarato con orgoglio il Commissario responsabile della concorrenza, Neelie Kroes, sottolineando l’importanza strategica delle nuove indicazioni per lo sviluppo del broadband su scala europea.
Il nuovo documento prodotto dalla Commisione Europea è il capitolo più recente di una lunga storia iniziata circa cinque anni fa e che ha portato all’adozione di oltre 40 decisioni su singoli casi legati alla banda larga. I nuovi orientamenti sono stati redatti sulla base di questa esperienza per fornire agli Stati membri norme e indicazioni chiare per procedere allo sviluppo delle reti a banda larga attraverso lo strumento degli aiuti pubblici.
La nuova documentazione della Commissione illustra le modalità e le procedure da mettere in campo per stanziare i finanziamenti pubblici necessari per lo sviluppo delle reti a banda larga di base e per le reti di nuova generazione (NGA), a seconda di tre aree competitive. Nelle “aree nere” l’intervento statale non sarà necessario, nelle “aree bianche” e “aree grigie” (zone poco redditizie o scarsamente servite dai provider) l’intervento sarà invece consentito e giustificato. Ogni scelta dovrà essere comunque attentamente calibrata per non indebolire la concorrenza o disincentivare gli investimenti privati.
«Benché gli investimenti nel settore delle reti a banda larga ad alta e ad altissima velocità debbano essere realizzati anzitutto da operatori privati, l’intervento pubblico può avere una funzione essenziale per estendere la copertura della banda larga ad aree in cui gli operatori di mercato non prevedono di investire. Obiettivo principale degli orientamenti sulle reti a banda larga è promuovere un rapido sviluppo su vasta scala di tali reti, preservando al tempo stesso le dinamiche di mercato e il livello di concorrenza in un settore ormai interamente liberalizzato» si legge nel comunicato stampa da poco rilasciato dalla Commissione Europea, che valuta dunque come essenziale l’intervento pubblico in quelle aree meno redditizie e solitamente trascurate dai provider privati in mancanza di opportuni incentivi.
La pubblicazione dei nuovi orientamenti per il broadband riconferma l’impegno della Commissione Europea anche sul fronte della lotta al digital divide. Gli investimenti per le reti a banda larga sono infatti una componente essenziale del piano europeo per la ripresa economica e ammontano già a circa un miliardo di Euro per le aree rurali, ai quali si dovrebbero aggiungere ulteriori fondi per lo sviluppo delle reti di nuova generazione.