La legge sulla brevettabilità del software dovrà essere riscritta. L’iter legislativo aveva portato ad una prima approvazione, ad una radicale revisione che aveva sollevato deciso scontento ed oggi alla richiesta votata trasversalmente dai vari gruppi rappresentati: la Commissione Giuridica del Parlamento Europeo ha infatti chiesto alla Commissione Europea di ricominciare da zero.
La votazione di ieri ha riverberato oggi i propri effetti anche in Italia. Fiorello Cortiana, tramite il proprio sito web, comunica di aver depositato una mozione presso il Senato per impegnare il Governo italiano affinchè metta in campo «tutte le azioni utili perché si riparta da zero su questa vicenda e si azzeri una discussione inficiata da pressioni e lobby delle multinazionali». Continua Cortiana: «hanno aderito alla mia richiesta più di 90 senatori, quasi un terzo, di tutte le forze politiche e credo che già nei prossimi giorni verrà messa all’ordine del giorno. E’ una delle prime volte che la Camera Alta prende una posizione, fin dalla fase della sottoscrizione, così trasversale e vasta. Questo dimostra la giustezza di chi sostiene come questa direttiva porrebbe un grande problema democratico e industriale, visto che non solo ci negheremmo la possibilità di sviluppare nuove soluzioni creative, ma consegneremmo l’intero comparto delle tecnologie europeo, fatto di piccole e medie imprese, ai grandi gruppi d’oltreoceano».
Il riavvio dell’iter legislativo costituisce una importante vittoria per chi aveva visto affossato dal vecchio Parlamento il testo iniziale della proposta: la legge passerà ora al vaglio della nuova formazione parlamentare di Josep Borrell cercando un filo comune in grado di legare su una posizione di accordo Commissione, Parlamento e Consiglio dell’Unione .