La sicurezza informatica come priorità per i servizi di intelligence britannici: è questa la nuova strategia del governo d’oltre Manica, alle prese con un pericoloso trend che coinvolge il mondo informatico del paese. Lo definiscono terrorismo cibernetico, e figura adesso tra i punti caldi da gestire in ambito di sicurezza nazionale, tra i disastri ambientali e gli attacchi militari.
Le misure di sicurezza adottate dal governo britannico saranno svelate oggi, nel Strategic Defence and Security Review, che secondo il Daily Telegraph stilerà anche un elenco di quelli che saranno i costi necessari a mettere in piedi un sistema ad hoc per proteggere il Regno Unito. Le prime cifre parlano di circa 500 milioni di Sterline, e con molta probabilità saranno confermate dal report in questione.
La tecnologia ha ormai raggiunto un livello tale da rappresentare un aspetto fondamentale della vita di moltissime nazioni, e per questo motivo costituisce un importante bersaglio per terroristi di qualunque specie: mandare in crisi il sistema informatico britannico provocherebbe danni all’intero Paese sotto numerosi punti di vista, con interi settori che resterebbero paralizzati in quanto verrebbero meno le loro fondamenta.
Malcolm Rifkind, uno dei pezzi grossi del mondo politico inglese, parla di attacchi informatici che rappresenteranno la “nuova Pearl Harbor“. Un paragone che può inizialmente sembrare azzardato, data la natura profondamente diversa dei due eventi, ma in linea teorica un’incursione terroristica all’interno della rete britannica potrebbe avere conseguenze anche peggiori, se non in termini di vite umane, sicuramente di risorse e danni economici.
Il primo ministro David Cameron, invece, mette in evidenza come il Regno Unito abbia bisogno di una scossa importante nel settore della sicurezza: «come governo abbiamo ereditato una struttura di difesa e sicurezza tristemente inappropriata per il mondo in cui viviamo. Abbiamo intenzione di imparare dagli errori commessi, e apportare i cambiamenti necessari».
I principali Paesi dai quali l’Inghilterra vuole difendersi sono quelli che da qualche anno occupano costantemente le pagine dei giornali alla voce terrorismo: Pakistan, Somalia, Yemen, e altri Stati attorno ai quali ruota da diverso tempo l’organizzazione di al-Qaueda. La quale potrebbe sfruttare le tecnologie informatiche per mandare in crisi l’organizzazione interna di quei Paesi che da lungo tempo ormai combatte in quanto nemici.
La guerra nel terzo millennio non si combatte più tra trincee, carri armati e aerei, ma assume sempre più il contorno di uno scontro a colpi di hacking, attacchi informatici e vulnerabilità sfruttate per far crollare l’intera struttura organizzativa dei Paesi combattuti. Per quanto possa sembrare innocua, un domani non troppo distante una tastiera potrebbe essere ben più pericolosa di un fucile.
Photo credit: Bruno Girin