Quel che non è accettabile offline, non può essere accettabile online»: con questo principio il Regno Unito si prepara alla più organica delle battaglie per la sicurezza dei minori in rete. Parte oltre la Manica, infatti, lo UK Council for Child Internet Safety (UKCCIS), entità che avrà la responsabilità di vigilare sulla rete e proporre misure ad hoc per limitare i pericoli in cui i minori possono incorrere agendo sul pc.
Il progetto parte con grandi promesse, forti intenti e le spalle ben coperte: oltre alle istituzioni inglesi, infatti, lo UKCCIS può vantare la collaborazione di un forte numero di associazioni del settore oltre a gruppi quali AOL, Bebo, BBC, BSkyB, Disney, Facebook, Google, IAB, Microsoft, MySpace, Nickelodeon, Nintendo, OFCOM, Orange, Carphone, National Children’s Bureau, Symantec, Telefonica, Tiscali, T-Mobiel, Ubisoft, Vodafone, Yahoo e molti altri. Il nuovo gruppo scaturisce dal clamore con cui sono stati accolti taluni fatti di cronaca che hanno messo il web ed i videogiochi (ed in particolare il rapporto di entrambi con i minori) al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica. Le pressioni conseguenti hanno stimolato le istituzioni a reagire ed ora la più organica delle risposte mai poste in opera è pronta ad iniziare le proprie attività.
Formalmente l’intento è quello di costruire una task force che vigili sulle attività che i giovani conducono al pc (dai videogiochi al social networking, dalla semplice navigazione alle competizioni multiplayer) gettando le basi per una normativa più attenta al mondo della rete ed alle attività inerenti. L’idea di base è quella di creare un ambiente sano all’interno del quale i giovani possano muoversi senza solleticare l’ansia dei genitori e la sensibilità della società di fronte agli scossoni della rivoluzione digitale. Il gruppo, annunciato al pubblico dalle parole del Ministro per l’Infanzia Ed Balls, riferirà direttamente al Primo Ministro. Occorre considerare come il progetto sia stato sviluppato sulla scia delle indagini che Tanya Byron ha condotto per conto del Governo: il suo “Safer children in digital world” costituisce l’elemento fondante dello UKCCSI ed è ancora disponibile online dopo la prima pubblicazione dello scorso marzo.
Sebbene tentazione alla censura preventiva possa essere forte, la presenza nella UKCCSI di gruppi interessati al settore è la miglior garanzia affinché le norme partorite possano guidare con equilibrio ad una crescita equilibrata del dibattito. Difficilmente, insomma, MySpace, Facebook e Bebo accetteranno norme eccessivamente stringenti ed al tempo stesso Ubisoft monitorerà giocoforza tutto quel che concerne i limiti di età imposti ai videogiochi “violenti”. Dal controbilanciarsi dei diversi interessi potrebbe scaturirne una via nuova per agire attivamente ai solleciti quotidiani che l’era digitale impone alla società.