Ulteo ha presentato la prima Beta dell’Ulteo Virtual System, un sistema basato su Linux un po’ fuori dal coro che permette di utilizzare applicazioni Linux direttamente dall’interno di Windows eliminando la necessità di ripartizionare o di riavviare il computer per passare da un sistema all’altro.
Il prodotto è studiato per offrire all’utente la possibilità di utilizzare le singole applicazioni Linux come se fossero programmi scritti per Windows. Infatti a dispetto del nome, l’Ulteo Virtual System non è un software di virtualizzazione, ma si basa sul progetto coLinux, che a sua volta è un kernel Linux, il vero cuore del sistema operativo, modificato per poter funzionare come un processo di Windows (nel caso specifico come un servizio).
Ulteo non è la prima ad utilizzare questa tecnologia e già andLinux aveva aveva messo a disposizione un progetto molto simile. Ulteo tuttavia va oltre la semplice applicazione di una tecnologia e la farcisce con le iniziative che finora hanno contraddistinto la società fondata da Gaël Duval, già fondatore di Mandrake/Mandriva Linux. Il sistema infatti prevede l’aggiornamento automatico di tutti i pacchetti software messi a disposizione (tra cui Firefox, OpenOffice, Thunderbird e così via) liberando l’utente dalla necessità di procedere a regolari upgrade dei programmi, una caratteristica che sarà particolarmente gradita dalle aziende con numerose installazioni desktop.
Ulteo Virtual System, inoltre, provvede automaticamente all’aggiornamento dei dati tra i vari sistemi Ulteo a cui l’utente accede, incluso l’Online Desktop. Proprio l’account online è il pilastro su cui Ulteo sta costruendo la sua offerta commerciale. È infatti di poco tempo fa la presentazione del Document Synchronzer per la sincronizzazione dei documenti tra Windows e l’account Ulteo. Il Virtual System si presenta come un ulteriore tassello per agevolare l’utente nell’accesso ai servizi online offerti.
L’Ulteo Virtual System è scaricabile gratuitamente e funziona su Windows XP e successivi (per ora solo a 32 bit). Le prestazioni sono leggermente inferiori a quelle che si avrebbero con applicazioni realmente native e per l’installazione occorre avere almeno 4 GB di spazio libero su disco fisso. Per il corretto funzionamento occorre avere almeno 512 MB di memoria Ram, anche se è consigliabile raddoppiare la dose, una richiesta notevole rispetto ai soliti sistemi Linux ma facilmente soddisfatta da tutte le macchine vendute negli ultimi anni.