La parola magica del CES 2012 è stata Ultrabook, con la U maiuscola perché è un marchio registrato da Intel. Nel corso della manifestazione di Las Vegas sono stati presentati oltre 20 modelli, tra cui l’HP Envy 14 Spectre, eletto miglior Ultrabook dell’edizione di quest’anno. Tra pochi mesi il loro numero crescerà in modo esponenziale, ma cosa si intende veramente per Ultrabook?
Con il termine Ultrabook viene indicata una nuova categoria di notebook dalle elevate prestazioni, sottili, leggeri e con un’autonomia oltre le sei ore. Molti però iniziano a chiedersi se questi prodotti sia realmente “nuovi”, oppure se rappresentino solo un’abile strategia di marketing di Intel che ha investito milioni di dollari per promuovere una semplice parola.
Senza dubbio gli utenti vogliono rimanere sempre connessi anche in mobilità, per cui cercano un prodotto leggero da portare in giro. Un dispositivo simile però esiste già e si chiama tablet. Altri utenti desiderano utilizzare applicazioni più impegnative per processore e scheda video, ma anche in questo caso possono scegliere i cosiddetti desktop replacement, molto più potenti degli Ultrabook.
Intel non ha mai indicato le specifiche minime, però ha fissato un limite di prezzo, ovvero 1.000 dollari. Gizmodo si chiede allora perchè l’Ultrabook più economico (Acer Aspire S3) non integra un SSD, l’ASUS Zenbook UX31 ha un’autonomia inferiore alle 5 ore e l’HP Envy 14 Spectre costa più di 1.000 dollari? Per un utente poco esperto l’unico parametro importante al momento dell’acquisto è il prezzo. Per lui un Ultrabook è solo un notebook, forse più bello esteticamente, ma non ha nulla di diverso dagli altri modelli in commercio.
In definitiva, Intel cerca di vendere una parola, non un computer. Dopo il prefisso Ultra, cosa verrà utilizzato? Tra qualche anno potremmo avere i Megabook oppure i Superbook. Quando Apple ha presentato il MacBook Air non ha creato una nuova categoria, ma ha solo cercato di realizzare il miglior notebook sul mercato.