Un anno fa nasceva il “mi piace”. Un piccolo pulsantino, in appena un anno, ha creato una rivoluzione: i maggior siti lo ospitano come funzionalità aggiuntiva offerta agli utenti, milioni di persone vi cliccano su ogni giorno e tutto ciò crea un enorme flusso di comunicazione su cui Facebook va a costruire il proprio impero.
Un anno fa: aprile 2010, conferenza F8: Facebook presentava al mondo la struttura sociale su cui il social network sarebbe stato tessuto, ed in questa trama il pulsante “Mi piace” ha un ruolo del tutto fondamentale poiché è la connessione che unisce più entità. Unisce, soprattutto, utenti ed aziende, utenti e pagine Web, utenti e personaggi, utenti e gruppi. Il “mi piace” è tutto ciò che circonda l’utente e lo tiene in connessione con il social network, consentendo così di tracciare un profilo migliore a fini promozionali e, in cambio, offrendo una miglior esperienza sulla propria bacheca.
“Like”, “Mi piace”, “Me gusta”, “Hoffi”, “Gùstame”, “Vind ik leuk”, “Gustuhin”, “Leuk” ed altri ancora: Facebook ha già fatto sapere in passato come ogni singolo giorno in tutto il mondo 10 mila nuovi siti Web adottano il “mi piace” e gran parte dei siti Web più frequentati al mondo già lo ospita sulle proprie pagine. Il numero dei click è una cifra difficilmente stimabile, ma è nell’ordine dei miliardi ogni singolo giorno. E sono questi tutti piccoli tassellini che Facebook sfrutta per crescere.
Il “mi piace” ha rappresentato il grande salto per un social network giunto ormai oltre il mezzo miliardo di utenti. E trattasi soprattutto di un elemento che ha in qualche modo sparigliato le carte: grazie a questo semplice pulsantino che qualunque webmaster può inserire sulle proprie pagine, il sistema “Facebook” fuoriesce dal sito in sé, invade la rete e ne permea le dinamiche. Oggi Facebook è ovunque e grazie a questa onnipresenza può costruire un sistema di servizi pienamente concorrente con il colosso Google, improvvisamente messo in discussione.
In un anno il “mi piace” ha tracciato la strada di una nuova rivoluzione online fatta di tanti piccoli click che, uno dopo l’altro, definiscono le identità online. E ad un anno di distanza la risposta Google è arrivata con il “+1”, ma la storia insegna che le copie raramente hanno saputo far meglio dell’originale. Non abbiamo candeline e non abbiamo la torta, ma abbiamo a fondo articolo un “mi piace”: per festeggiarlo, basta un click.