Un brevetto Microsoft per il DRM sui contenuti scambiati nelle reti P2P

Un brevetto Microsoft per il DRM sui contenuti scambiati nelle reti P2P

Un brevetto per un sistema DRM che potrebbe arrivare lì dove finora le potenti major della musica e dei contenuti digitali in genere hanno fallito: ovvero bloccare lo scambio di contenuti protetti nelle reti P2P, trasformandole in reti di distribuzione di contenuti legali senza la necessità di dover ricorrere a delle lunghe azioni legali dall’esito incerto e con gli immancabili strascichi polemici.

Il brevetto appartiene a Microsoft e riguarda un nuovo sistema di protezione dei contenuti digitali denominato semplicemente “Digital rights management system“, un sistema in grado di associare una chiave pubblica associata ad una chiave privata, che deve essere posseduta dall’utente, per decriptare il contenuto digitale scaricato.

In questo modo potrebbe essere rilanciato un uso diverso e legale delle reti P2P, ovvero quelle reti che sfuggono al controllo dei proprietari dei diritti e che spesso diventano reti di distribuzione di materiale illegale.

Uno dei vantaggi, a detta di Microsoft, sarebbe poi l’abolizione del server centralizzato che gestisce le licenze DRM, come finora si è fatto e che ha costituito un freno non di poco conto per i piccoli distributori di contenuti.

Il brevetto di Microsoft, che fu presentato ben sei anni addietro ma che ha ricevuto soltanto adesso l’approvazione, arriva tuttavia in uno scenario molto diverso da quello in cui venne pensato la prima volta. Da allora infatti moltissimi distributori di contenuti digitali, nonché alcune major, hanno via via abbandonato i sistemi DRM a causa dei problemi spesso derivanti da queste limitazioni e forse spinti anche dalle proteste dei clienti.

Ora da Redmond ci riprovano, affermando che questo sistema, oltre ad essere più economico e semplice, ben si applica alla gestione di un’infrastruttura DRM associata alle reti peer to peer, con la conseguenza che ciò potrebbe rappresentare una specie di “rinascita” del DRM e una nuova era per il P2P.

Avranno ragione loro o è solo un tentativo ormai superato di imporre un sistema poco gradito dagli utenti? Difficile dare una risposta.

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