In base al video di presentazione di Google Project Glass rilasciato settimane fa, gli appassionati di tecnologia immaginavano un prodotto controllabile esclusivamente via voce, senza dover azionare alcun pulsante. Potrebbe però non essere così: il gruppo ha infatti depositato un brevetto presso l’USPTO che mostra la possibilità di interazione attraverso controlli gestuali.
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Stando a quanto scoperto da PatentBolt, dalle immagini del brevetto e dal testo allegato è possibile comprendere alcune delle funzionalità e applicazioni degli occhiali per la realtà aumentata. In pratica, «a un preciso movimento delle mani corrisponde un input specifico dell’utente verso il dispositivo HDM (Head-Mounted Display)». Sembra che farà parte della dotazione hardware un obiettivo a infrarossi in grado di tracciare il movimento di alcuni specifici elementi nelle mani dell’utente, quali ad esempio un anello, un tatuaggio removibile oppure delle unghie finte. Ad ogni azione andrà a corrispondere una reazione, visualizzabile, forse, sul display del device.
Si apprende inoltre come nel brevetto in questione trovi spazio il supporto alla connettività WiFi, 3G e 4G, dunque i Google Project Glass dovrebbero poter permettere di connettersi al Web e tramite tale possibilità esplicare le proprie funzioni di ricerca ed elaborazione remota; figurano poi un accelerometro, il GPS per la geolocalizzazione, un giroscopio, un magnetometro ed un teodolite, utile a misurare gli angoli azimutali e zenitali, nonché un tasto a sfioramento oppure un piccolo touchpad posto a lato delle lenti. Trattasi per molti aspetti di elementi nuovi rispetto alle presentazioni originali, qualcosa in grado di esplicare meglio quanto fin qui illustrato senza mai entrare troppo nei dettagli.
Se fino ad oggi dunque si era immaginato un Project Glass controllabile mediante comandi vocali e movimenti della testa, in realtà la versione finale degli occhiali potrebbe pervenire priva di molte delle innovative funzionalità sponsorizzate da Google in occasione della presentazione del progetto. Ma del resto, l’azienda non ne fa un mistero: si è in parte esagerato nell’illustrarne le features in funzione di una necessaria spettacolarizzazione del risultato.
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