La ricetta della Coca Cola rimane segreta, mentre la ricetta di Google potrebbe arrivare nelle mani di un giudice. Questo, almeno, sarebbe il tentativo portato avanti dal procuratore generale Gregg Abbott il quale avrebbe consegnato una esplicita richiesta ai legali di Mountain View affinché mettano sul tavolo le proprie carte. Difficile, infatti, indagare sulle azioni di Google se la stessa Google non mette in chiaro il proprio agire in termini di ricerca e advertising online.
La richiesta è passata dalle mani di Kim Van Winkle, assistente del procuratore, a Matthew Bye, legale di Mountain View. In tutto sono 13 pagine con le quali l’antitrust tenta di scavare nel passato di Google per capire se abbia manomesso i risultati sul motore a proprio vantaggio e se abbia agito in modo illecito nella costruzione del mercato Adwords. Ed è questa una richiesta che di per sé fa notizia, perché va a graffiare quello che è il cuore pulsante del gruppo di Larry Page e Sergey Brin.
Fino ad oggi gli algoritmi Google sono stati gelosamente custoditi in qualità di segreto industriale di enorme valore. E trattasi di un valore garantito proprio dalla segretezza dell’algoritmo perché, impedendo agli sviluppatori di conoscere la formula esatta per apparire al primo posto nelle SERP, si garantisce al mercato una sana concorrenza fatta di contenuti e di SEO senza posizioni di vantaggio per alcuno. Dietro la segretezza di Google potrebbero però anche celarsi degli illeciti ed è su questo che il Texas sembra voler indagare con chiara risolutezza.
Le indagini sarebbero relative a Google, Google Adwords, Froogle, Google Product Search, e Google Shopping. Lo scopo è quello di verificare, a partire dalla documentazione interna del motore, fino a che punto gli algoritmi possano essere manomessi o deviati al fine di favorire prodotti interni o sfavorire soluzioni terze. La documentazione del procuratore, della quale si viene oggi a conoscenza a mesi di distanza dalla consegna a Google, chiede una collaborazione diretta del team di Mountain View e Google ha risposto offrendo massima disponibilità.
Ad oggi non è possibile avere informazioni aggiuntive sullo stato delle indagini, ma risulta difficile ipotizzare che Google possa aver consegnato la propria ricetta agli inquirenti. Semmai può aver fatto intravedere qualche ingrediente, ma nulla più.