Prima ancora di essere un evento sportivo, il Super Bowl è un evento mediatico, economico e sociale. Ed è sotto questi punti di vista che viene spesso analizzato in virtù della prepotente peculiarità con cui si propone all’utenza statunitense.
Dal punto di vista sportivo la vittoria va a New Orleans.
Dal punto di vista mediatico l’impatto è stato il solito, con Google ad avere il centro delle attenzioni tra le aziende hi-tech che si contendono lo spazio su cui Apple ha costruito parte delle proprie fortune.
Dal punto di vista economico il successo è innegabile, con tutta una serie di annunci promozionali a far a spallate per procurarsi massima visibilità in occasione di un evento tanto imponente.
Dal punto di vista sociale, emerge una nuova tendenza: il 12% degli utenti ha guardato l’ultima fase del campionato navigando sul Web. Cosa facevano? Chattavano, condividevano opinioni, aggiornavano il proprio status su Facebook. Insomma: il Super Bowl è stato visto da gruppi di amici eterogenei che in remoto hanno organizzato una sorta di visione collettiva a distanza, socializzando attorno al tema che lo schermo televisivo proponeva: sport, pubblicità, pubblico ed intrattenimento. Tutto in uno.