Le barriere anti-terroristiche americane scricchiolano ancora una volta. Sotto accusa, in questo caso, il cosiddetto Consular Lookout and Support System (CLASS) del Dipartimento di Stato americano, messo in ginocchio da Welchia, virus informatico in circolazione fin da Agosto.
Il virus è stato scoperto martedì ma alla stampa erano stati comunicati nell’immediato solo “alcuni problemi” cui lo staff tecnico stava ponendo rimedio. Solo alcune ore più tardi si è saputo dell’entità del pericolo. In pratica sarebbe stati infettati alcuni computer usati per filtrare i visti di entrata, affinchè tra i nomi in arrivo non figurino entità terroristiche o comunque pericolose.
Successivamente il Dipartimento di Stato avrebbe spento i toni della discussione depennando ogni timore dovuto al mancato controllo e sottolineando come solo alcuni computer sarebbero stati colpiti: tali computer sarebbero responsabili della gestione dei messaggi anonimi e comunque non riconosciuti, fungendo da anticamera di sicurezza del sistema.
Secondo il portavoce Joanne Moore “nessun virus ha infettato il sistema CLASS”, ma per sicurezza ogni comunicazione internazionale sarebbe stata congelata per un controllo approfondito.
Il virus, funzionante sulle stesse basi del famoso Blast, ha potuto agire grazie alle mancate patch dei computer vittima ma, secondo la comunicazione inviata direttamente dal Presidente Bush al Congresso, i 13 milioni di nomi contenuti nel database CLASS sarebbero salvi e intatti. Nessun pericolo aggiuntivo, dunque, per la sicurezza interna degli Stati Uniti.