Oggi è un giorno un po’ speciale. Mentre qui il pomeriggio scivola verso la sera, infatti, altrove la giornata vive di fermento tangibile, di emozioni silenti, di attesa. Al centro del mondo vi sono di nuovo gli USA. Quattro anni (anzi, otto) dopo il momento in cui George Bush prese in mano i destini del suo paese e del mondo intero, gli “americani” sono chiamati nuovamente alle urne. L’importanza del momento è innegabile e l’incipiente recessione economica gonfia il tutto con speranze e attese fuori dal comune. Obama o McCain. McCain o Obama.
Sarà questa una notte lunga. I primi risultati sono destinati ad arrivare subito ai media sotto forma di proiezioni, ma lo spoglio non consegnerà le proprie sentenze prima di qualche ora. Le televisioni sono pronte a trasmettere una lunga maratona di commenti e dati in divenire, con Sky in prima fila (tanto con SkyTg24 quanto con Current Tv) per offrire alla propria utenza tutto quanto il nuovo auspicato “Sogno americano” può trasudare in una notte come questa. Ma c’è qualcosa di più rispetto al passato, c’è qualcosa che si impone con maggior forza: oggi c’è Internet.
Obama, colui il quale alla vigilia è il candidato favorito alla vittoria finale, ha dimostrato grande interesse per questo mezzo infondendo capitali ed iniziative volte a raccogliere l’elettorato giovane, l’elettorato partecipativo, l’elettorato curioso e interessato. McCain ha scartato questa strada impervia, affidando semplicemente al programma elettorale qualche sporadico cenno, mentre la controparte inciampava comunque in qualche retromarcia di dubbio significato.
Questa notte sarà una notte globale. Inizierà con la nostra notte, quella delle proiezioni, e terminerà con la notte statunitense, quella degli spogli. Poi ci sarà la nostra giornata, quella dei risultati, e quindi la giornata americana, quella delle celebrazioni. In questa prima duplice notte Internet sarà protagonista assoluto: le testate online di tutto il mondo hanno grafica e redazioni pronte al tour de force, lo sfoggio tecnologico sarà all’altezza del momento ed i server dovranno reggere una rara onda d’urto.
Perchè tutti vorranno sapere. Negli Stati Uniti, in Kenia, in Europa, in Cina, in Alaska come in Messico, in Brasile come in Inghilterra, in Iraq come in Iran: ogni paese ha un suo motivo specifico per sapere chi sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti d’America.
Con un post ad hoc abbiamo raccolto per l’utenza del web i maggiori riferimenti utili per seguire le elezioni statunitensi dall’Italia. A poche ore dalla chiusura dei seggi e dall’apertura del tam-tam di giornali e blogosfera, questi link in serie sono il termometro primo della tensione e dell’importanza del momento.