L’alone di mistero che circondava la ‘microcode reliability update‘ rilasciata da Microsoft il 22 giugno e volta a migliorare la stabilità del sistema si è ora finalmente dissolto. L’aggiornamento si era reso necessario per correggere un difetto insito nei processori Intel Core 2serie T, serie E, serie Q, serie QX e Xeon 5000.
Il problema è relazionato al Translation Lookaside Buffers, conosciuto anche con il nome di TBL; si tratta, come ci ricorda Wikipedia, «di un buffer (o, nelle implementazioni più sofisticate, una cache) nella CPU che contiene porzioni della page table, una struttura dati che traduce gli indirizzi di memoria virtuali in indirizzi reali».
Il difetto insito nel processori Core 2 appare in circostanze molto rare e può portare il computer a rifiutare gli input che arrivano dal mouse o dalla tastiera. In ambiente Windows tale circostanza può portare all’apparizione del famoso “Blue Screen of Death” mentre sotto Linux può condurre ad un kernel panic. Intel minimizza il problema affermando che «tutti i processori provenienti da tutte le compagnie hanno problemi […] La probabilità di incontrare tale problema è bassa».
Linus Torvalds, il papà di Linux, ha descritto la faccenda come “totalmente insignificante”.
Intel ha già da tempo distribuito ai produttori di schede madri una patch da integrare nel BIOS dei loro prodotti e sono già in produzione modelli che presentano fin da subito le correzioni necessarie. Microsoft da parte sua ha già risposto con una patch in grado di impedire il problema di presentarsi in ambiente Windows, mentre Apple ha già aggiornato adeguatamente Mac OS X. Linux non ha ancora invece presentato un fix ufficiale.