La Policar, che diverrà Polistil nel 1974, è un marchio della APS-Politoys (siamo nel 1955).
Per più di trent’anni si affermò tra i leader nella produzione di giocattoli in Italia, grazie alle piste elettriche per slot car, riproduzioni scala 1/24 (in seguito 1/36) di automobili da corsa che correvano su di un solco (slot) tra due binari paralleli elettrificati. La pista di plastica era componibile, e le automobiline dal motore elettrico venivano comandate dal giocatore con un pulsante che gestiva la quantità di corrente che passava attraverso i binari; tradotto: la velocità.
Il contatto tra l’elettricità generata dal trasformatore (12 volt) e la macchina avveniva attraverso due spazzole di rame, poste nella parte inferiore del veicolo. La gara avveniva generalmente tra due macchine e la pista più classica era a forma di otto, con almeno una curva parabolica. La bravura del “pilota” consisteva nel regolare la velocità, soprattutto in curva, dove era facilissimo che la macchina uscisse di pista.
Anche il settaggio era importante: bisognava aver molta cura dei contatti dei binari e delle spazzole in rame, pena il rimanere fermi in mezzo alla pista mentre l’avversario continuava a girare sempre più veloce. Il primo modello di slot car fu la Ferrari 156 “Squalo” (1963) e i vari modellini, nei trenta anni successivi, si aggiornarono puntualmente rispetto agli originali.
Per anni la pista Polistil è stato uno dei regali di Natale più apprezzati in assoluto, soprattutto per la sua voluminosità, e senza dubbio oggi si aggiudica il Gran Premio del vintage.