Le cause contro la violazione di brevetti sono oramai una prassi consolidata, e abusata, nelle dinamiche giudiziarie degli Stati Uniti. Con l’intento di ottenere rimborsi milionari, le piccole società dell’informatica avviano con una frequenza crescente cause legali contro i colossi dell’IT, generalmente accusati di aver violato licenze proprietarie o idee sviluppate e registrare non dai loro centri di ricerca. Spesso questo genere di iniziative legali si rivelano fallimentari solo dopo numerosi anni, periodi in cui i soggetti in causa sono obbligati a sostenere ingenti spese legali e a investire numerose risorse, sia in termini economici che di tempo.
Per porre un freno al crescente fenomeno delle denunce per la violazione di brevetti, alcune grandi società statunitensi attive nell’IT avrebbero deciso di creare una inedita alleanza. A riferirlo è l’autorevole Wall Street Journal, che avrebbe ricevuto l’informazione da alcune fonti molto attendibili e vicine ai principali soggetti coinvolti nell’operazione. Tra i membri della nuova Allied Security Trust figurerebbero società particolarmente importanti come Google, Verizon Communications, Cisco Systems, Ericsson e Hewlett-Packard.
Stando alle prime informazioni, la nuova alleanza dovrebbe consentire ai suoi partecipanti di acquistare i brevetti prima delle piccole società, scongiurando così le cause approntate appositamente con l’intento di strappare risarcimenti milionari ai grandi dell’informatica. Per potersi unire al gruppo, ogni società dovrà versare una sorta di quota associativa pari a 250.000 dollari, cui andranno aggiunti circa 5 milioni di dollari come fondo di garanzia per l’acquisizione in futuro di nuovi brevetti. Benché il Wall Street Journal assicuri l’alta attendibilità delle informazioni ottenute, le cifre per l’associazione potrebbero essere, naturalmente, differenti e commisurate all’impegno di ogni singola società nella Allied Security Trust.
Il fenomeno delle cause legali legate ai brevetti dell’informatica è ormai in costante ascesa da numerosi anni, destando non poche preoccupazioni tra le principali società attive negli Stati Uniti. Secondo le ultime stime, dalle 921 cause intentate nei primi anni Novanta si è ora passati a circa 2500 cause, con un inevitabile aumento dei costi necessari per sostenere le spese legali. Partendo da questo presupposto, da tempo si discute negli States per una radicale riforma del sistema dei brevetti e del loro utilizzo, Fino ad ora, però, il dibattito sul tema si è rivelato particolarmente infruttuoso anche nelle aule del Senato. Nel corso degli ultimi mesi, la camera alta degli Stati Uniti ha discusso il disegno di legge Patent Reform Act 2007, senza però giungere a una comunità di intenti tale da consentirne la trasformazione in legge. Il tema rimane dunque particolarmente caldo e, in attesa di provvedimenti a livello legislativo, i grandi dell’informatica sembrano essere intenzionati a coalizzarsi seguendo l’ormai proverbiale principio secondo cui “l’unione fa la forza”.