Sino a pochi giorni fa il problema dell’assegnazione di nuove frequenze per la telefonia mobile, da sfruttare per la banda larga in mobilità, sembrava in Italia un argomento tabù, nonostante l’Unione Europea fosse intervenuta più volte.
Ma dopo le dichiarazioni del presidente dell’AGCOM sul rischio di collasso delle reti mobili, finalmente in Italia si incomincia ad approfondire il problema.
Paolo Romani, viceministro alle Comunicazioni, è intervenuto sulla questione e ha dato il via libera a una futura asta per l’attribuzione di nuove frequenze per il settore mobile.
In particolare il viceministro afferma:
Sì all’ipotesi di un’asta “che sia il più vantaggiosa possibile per lo Stato” per le frequenze digitali da mettere a disposizione dei gestori della telefonia mobile.
Si starebbe inoltre discutendo, ai più alti livelli, su cosa fare dei fondi ricavati dall’asta. Una prima bozza di idee vedrebbe destinare una parte dei ricavi alle emittenti che avrebbe ceduto le frequenze e un’altra al settore della banda larga.
Voi che ne pensate? Personalmente, visto che comunque parliamo di banda larga mobile, destinerei più fondi al settore, soprattutto alla luce del fatto che dei famosi 800 milioni di euro del “Piano Romani” per lo sviluppo della banda larga, oramai non se ne sa più nulla…