AGCOM risponde all’Unione Europea che le decisioni in merito al listino unbundling 2013 spettano all’Autorità italiana e non ad altri soggetti. L’Unione Europea aveva infatti di recente espresso parere contrario alle nuove tariffe unbundling proposte dall’AGCOM e aveva chiesto di rivedere o di ritirare la delibera dello scorso luglio che fissava i prezzi per il 2013. L’Unione Europea chiedeva in particolare che le tariffe non fossero riviste al ribasso, come invece nell’intenzione dell’AGCOM.
Questo, per non penalizzare l’operatore con significativo potere di mercato, cioè Telecom Italia, per consentirgli di ottenere un ragionevole ritorno sugli investimenti fatti nel corso del tempo. Nel dettaglio, gli eventuali tagli alle tariffe di unbundling penalizzerebbero infatti l’ebitda di Telecom Italia per 110 milioni di euro. La risposta dell’AGCOM a queste “pressioni” è stata dunque che la decisione finale spetta in ogni caso a loro e non all’Unione Europea. In particolare, Antonio Preto, commissario AGCOM, ha spiegato come l’Autority operi nell’ambito della direttiva quadro e che l’articolo 7 bis preveda che alcune materie siano demandate all’Autorità nazionale. I progetti dell’AGCOM vengono poi sottoposti all’Unione Europea e al BEREC che raggruppa le Autorità nazionali per un parere. L’UE ha certamente tutto il diritto di formulare dubbi e proposte, ma l’ultima parola spetta comunque all’AGCOM che deve formulare tariffe che siano equilibrate per il mercato intero, cioè per tutti i player presenti e non solo per uno.
AGCOM deve poter garantire quindi l’equilibrio tra investimenti, concorrenza e tutela del consumatore sopratutto in un periodo economicamente difficile come questo. Posizione tra l’altro appoggiata dal BEREC. Per Antonio Preto, che l’Unione Europea esprima un parere simile non è dunque una cosa negativa, ma anzi, è solamente un fatto fisiologico. Il discorso potrebbe però cambiare se l’AGCOM, come previsto, andrà ad approvare a breve il nuovo listino unbundling 2013 come prospettato.
L’Unione Europea che ad oggi tende ad assumere atteggiamenti conservativi verso gli incumbent, potrebbe pensare di aprire una posizione di infrazione verso l’Italia, tuttavia, visto il potere e l’indipendenza di cui godono le Autority nazionali, la mossa non sembra così scontata.