Ancora una volta sulla scia del Social Media Lab dello IULM di Milano che si è svolto oramai qualche settimana fa, vorrei segnalare un progetto che ho trovato abbastanza interessante e che comunque merita un minimo di discussione. Si tratta di Unilife, progetto realizzato da Michele Finotto del Politecnico di Milano.
Che cos’è Unilife? Leggiamolo direttamente dal sito, nella sezione FAQ:
Unilife è l’innovativa community creata DA universitari PER universitari che offre servizi utili agli studenti e ai docenti (di tutta Italia) sfruttando le ultime tecnologie del Web.
Che cosa c’è di innovativo in tutto questo? E perché meriterebbe una discussione? Sicuramente per l’idea in sé molto interessante di creare una rete di amicizie sociali che si sviluppino all’interno delle realtà universitarie italiane.
Interessante perché nasce con uno scopo e non è una cosa creata casualmente, interessante perché si dedica ad una realtà fondamentale ed in crescita come quella universitaria. Ma quali sono i limiti di un’applicazione del genere? Mi piacerebbe analizzare la cosa in questa sede.
Come messo in evidenza da Michele Finotto, creatore del progetto, nella conferenza, uno dei limiti maggiori per la diffusione del servizio è stato il limite (oggi eliminato) di possesso di una mail universitaria.
Per potersi iscrivere al servizio era necessario disporre di una mail che fosse @universitàdiappartenenza.it, se da un lato questo ha evitato i casi di fake dall’altro è stato fatto senza tenere in considerazione che la mail universitaria, su territorio italiano è data solo a pochissimi studenti, e sono pochissimi gli atenei che ne fanno un uso veramente corretto.
In secondo luogo personalmente avrei sviluppato l’applicazione in maniera da mantenere una connessione tra gli studenti universitari e il mondo del lavoro, in modo che il social network potesse essere anche un trampolino di lancio per i neolaureati, un supporto cioè a studenti ed ex-studenti.
Sarebbe stato sicuramente un fattore interessante che potrebbe essere considerato in futuro. È anche vero che da parte delle Università italiane l’aiuto dato per l’integrazione è stato minimo.
Il progetto è interessante, alcuni aspetti andrebbero (a mio avviso) approfonditi creando un servizio più completo e in grado di offrire alle utenze strumenti i grado di aiutarli realmente.
Di osservazioni ce ne sono ancora molte, la discussione la lascio a voi, in modo da tracciare un profilo utile alla definizione di questo servizio.
Qualcuno ne fa un uso intenso o comunque effettivo? Io sono semplicemente registrato. Come le vedete le applicazioni di questo tipo, o meglio in contesti di questo genere?