Sono riusciti ad infiltrarsi nella ristretta cerchia di utilizzatori di tracker privati della rete BitTorrent tre ricercatori dell’università francese di Rennes.
Lo scopo era quello di studiare i comportamenti di questi utilizzatori delle reti private usate per il filesharing, quelle reti che hanno la “particolarità” di voler restare poco conosciute per volontà dei propri utilizzatori.
Il perché di questa scelta è ben spiegabile: tenere lontano le major e le loro frequenti “attenzioni” verso gli utenti che praticano il filesharing. Azioni che, soprattutto in Francia, negli ultimi tempi hanno fatto scoppiare non poche polemiche per le controverse leggi varate dal governo francese.
Accedere a queste reti non è “per tutti”, gli utenti ottengono l’accesso solo per invito da parte di altri utenti e sono tenuti a rispettare alcune regole inderogabili al fine di non essere estromessi dal gruppo.
I comportamenti emersi dalla ricerca riguardano proprio la tendenza a tenere in upload la stessa quantità di materiale che viene inserito in download, al fine di garantire uno scambio più “equilibrato” fra i vari utenti e senza gli squilibri che si vedono spesso nelle reti pubbliche, con molti utenti che scaricano tanto ma che mettono a disposizione pochissimo.
Altra caratteristica di questi utilizzatori è la tendenza ad essere molto selettivi sul tipo di materiale condiviso, raggruppando in mini-gruppi diverse persone con i medesimi gusti e che quindi si scambiano solo materiale di loro gradimento.
Una specie di “mondo a parte” lontano dagli echi delle polemiche politiche e dalla confusione che spesso imperversa nelle reti pubbliche, una specie di oasi per pochi appassionati che vogliono stare lontano da “occhi indiscreti”, occhi che tuttavia, stavolta, sono proprio riusciti a dare un’occhiata a questo mondo.