Le unità di misura non saranno più le stesse. Le più popolari unità di definizione come chilo, metro, ma anche le meno note candele, ampere o kelvin si baseranno su parametri differenti e non più su quelli tradizionali e fisici, come, ad esempio, Le Grand Kilo (cilindro di platino-iridio), utilizzato fino ad oggi come riferimento per il chilogrammo e conservato a Parigi.
I riferimenti materiali lasciano appunto spazio a dei modelli matematici, come le costanti dell’universo. In questo modo Non ci saranno però delle vere conseguenze sulla vita di tutti i giorni, come sottolinea il presidente dell’Istituto Nazionale di Metrologia (Inrim), Diederik Wiersma.
È una rivoluzione che non comporterà alcuno scossone: non dovremo ritirare le nostre bilance e tutti gli altri strumenti di misura
A beneficiarne saranno soprattutto l’industria elettronica, farmaceutica, le nanotecnologie, ad esempio, per la misurazione di oggetti molto piccoli.
Oggi è un grande giorno – spiega la direttrice scientifica dell’Inrim, Maria Luisa Rastello – Adesso le unità del Sistema Internazionale di misura sono riferite a una costante fondamentale, vale a dire che sono basate su un numero che si trova ovunque: è una differenza enorme rispetto al passato, soprattutto per il chilo, che era ancora un campione materiale conservato in una cassaforte con tre chiavi assegnate a tre persone. Il nuovo sistema è molto più democratico
Queto nuovo Sistema Internazionale delle misure era stato approvato il 16 novembre 2018 dalla 26esima Conferenza Generale dei Paesi e delle Misure, e dove anche l’Italia ha svolto un ruolo centrale. Il nuovo sistema sostituisce quello vecchio, in vigore dal 1960, dove già la maggior parte dei riferimenti fisici erano ormai stati abbandonati, ad eccezione del chilogrammo.
La prima unità di misura a “perdere” la sua controparte fisica è stato il secondo, definito sulla base di una costante, la transizione dell’atomo di cesio.