Università e lavoro: luci e ombre del nuovo ordinamento

Università e lavoro: luci e ombre del nuovo ordinamento

A otto anni di distanza dall’entrata in vigore dell’attuale ordinamento universitario, ribattezzato “3+2”, AlmaLaurea traccia un bilancio relativo a come gli studenti hanno accolto le novità introdotte, analizzandone comportamenti e rendimento.

Il dettagliato rapporto, presentato a fine maggio presso l’Università di Padova e consultabile nel dettaglio su AlmaLaurea.it, prende in esame 160.000 laureati che hanno conseguito il titolo nel 2008. Di questi, 110.000 hanno concluso un ciclo triennale di studi e i restanti 50.000 hanno terminato la specialistica o la specialistica a ciclo unico.

Ne emerge un quadro caratterizzato da alcuni aspetti positivi e altri su cui invece pare esserci ancora molto da lavorare.

Se è vero che il numero di ragazzi iscritti agli atenei, appartenenti alle fasce di reddito inferiori è andato progressivamente aumentando, altrettanto non si può dire a proposito della percentuale di studenti che ha affrontato sessioni di studio all’estero.

Si è abbassata l’età media in cui viene sostenuta la tesi (nel 2001 era 28 anni) ed è aumentata sia la frequenza ai corsi che la pratica di stage.

In forte crescita anche la tendenza di non tuffarsi nel mondo del lavoro dopo aver conseguito la laurea, scegliendo piuttosto di proseguire gli studi e alimentando così le voci di chi definisce i giovani italiani una generazione di “eterni studenti”.

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