Una serie di finanziamenti, stipulati unitariamente tra Ministero per l’Informazione ed il Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, perpetrerà il progetto di diffusione dell’informatica partendo in quest’occasione dal mondo universitario. Interessati al programma di intervento sia studenti che università, ed il progetto potrebbe portare entro breve non pochi benefici indiretti anche all’organizzazione stessa della pachidermica macchina burocratica degli atenei nostrani. L’obiettivo è duplice: da una parte fare in modo che i servizi delle università volgano sempre più ad una diffusione tramite mezzo digitale, dall’altra aiutare il corpo studenti ad approdare ai mezzi per l’accesso a tale canale. Il tutto coinvolge al momento 77 atenei in tutta Italia e si sviluppa in una triplice direzione.
La prima iniziativa «prevede la creazione di un fondo di garanzia di 2,5 milioni di € per il 2005 per semplificare e facilitare l’accesso al credito bancario da parte degli universitari per acquistare un pc portatile dotato di connessione internet anche wi-fi».
La seconda iniziativa fa affidamento ad un fondo di 10 milioni di euro, prevede un bonus governativo di 200€ ed è riservato a «studenti meritevoli, in regola con l’iscrizione e che usufruiscono di esenzione dalle tasse e dai contributi universitari».
La terza iniziativa è invece rivolta alle università, alle quali si chiede la copertura totale delle aree dell’ateneo con hot spot Wi-Fi affinché gli utenti possano connettersi ed usufruire dei servizi offerti tramite il proprio portatile.
Secondo lo slogan lanciato dal ministero, insomma, 100-200 mila studenti circa potranno accedere allo credito agevolato di garanzia statale al costo di un cappuccino al giorno (circa 1€): il debito verrà infatti spalmato in 18/24 mesi in base all’entità del prestito accordato. Nel comunicato non manca un appunto anche alle precedenti iniziative con le quali, secondo il ministero, si è raggiunto l’obiettivo di lanciare l’Italia oltre la media europea nell’uso delle nuove tecnologie (partendo da un 2001 nel quale il paese viveva un ritardo imbarazzante). Interessante una appunto offerto in questo frangente dal ministro Letizia Moratti: «le più recenti statistiche confermano che la percentuale di giovani laureati occupati aumenta considerevolmente al crescere delle competenze informatiche: dal 46% di chi, in questo settore, ha conoscenze modeste, al 62% di coloro che conoscono bene almeno 6 strumenti informatici».
Impossibile non notare come l’iniziativa coinvolga tanto l’accesso alle tecnologie quanto poco contempli idee e progetti per la creazione di una nuova didattica basata sulle opportunità offerte dalle tecnologie stesse. Mentre l’infrastruttura di base rimane ancora lontana da una reale capillarità di distribuzione (non sono pochi gli atenei ai quali è ancora ad oggi negato l’accesso alla banda larga), il rischio è di vedere nuove cattedrali nel deserto rappresentate da un alto investimento in prodotti hw/sw vanificato da un basso investimento in concreti progetti di insegnamento.