Un particolare scandalo sessuale ha pizzicato la politica inglese. Nulla di nuovo per gli italiani, forse, ma il caso inglese ha le sue peculiarità. In questo caso, infatti, nessuno scatto e nessuna minaccia, nessun ritiro spirituale e nessuna sfilata televisiva di comparse e parenti: semplicemente, l’ingenua caduta nel tranello del phishing e le relative conseguenze pagate su Twitter.
Al centro del clamoroso inciampo il laburista Ed Miliband. La sua ingenuità è stata nel cadere in uno schema di phishing ampiamente pubblicizzato e studiato peraltro in modo grossolano. Miliband, però, è caduto nel tranello. Il messaggio ricevuto recitava semplicemente: «Sei tu questo?» con tanto di link successivo. Il link porta l’utente ad una falsa pagina di login su Twitter, pagina studiata al fine di raccogliere nomi e password per successive azioni truffaldine. Lo schema ha funzionato, così tra i nomi e password raccolti è finito anche l’account Twitter dell’esponente laburista.
Ma il peggio doveva ancora venire. L’account, infatti, è stato spiegata da Graham Cluley per Sophos:
Quando i fatti sono emersi era ormai tardi: l’account è recuperabile, ma i messaggi erano ormai stati recepiti e l’imbarazzo era ormai creato. Una vicenda che si chiude con un sorriso e un po’ di vergogna, quindi, ma l’insegnamento può essere recepito: l’attenzione dell’utente è un fattore imprescindibile di fronte al quale può cadere gran parte delle truffe architettate per essere diffuse sulla Rete.