A poco più di quattro anni dal debutto in rete, YouTube è oggi diventato il principale contenitore di video, amatoriali e professionali.
Ogni giorno, un numero sempre maggiore di utenti carica i propri clip per condividerli con il mondo intero. Questa tendenza, ovviamente, non può che beneficiare delle nuove potenzialità multimediali offerte dai telefoni portatili di ultima generazione.
+1.700% nel numero di upload registrato negli ultimi mesi, stando a quanto dichiarato dai gestori del portale, con un boom del +400% relativo solamente alla settimana che ha seguito l’esordio del nuovo iPhone 3G S.
Con il nuovo dispositivo di Apple, così come con quelli concorrenti che equipaggiano la versione 1.5 del sistema operativo Android, realizzare un video e caricarlo su YouTube è un’operazione alla portata di tutti, resa ancora più semplice dalla crescente disponibilità (in altri paesi più che nel nostro) di connessioni libere e aperte che permettono di essere online anche in movimento.
Ma è davvero tutto oro quel che luccica? Oppure in mezzo alla miriade di materiale condiviso trovare qualcosa di interessante diventa sempre più un’impresa?
Ovviamente la risposta a tale quesito è strettamente legata al buon senso degli utenti, alla loro capacità di scegliere in modo consapevole cosa caricare in rete e cosa tenere per sé.
Se YouTube ed altri portali simili di video sharing, al giorno d’oggi, hanno tutte le carte in regola per divenire la nuova frontiera di un’informazione indipendente e libera, è innegabile che ciò comporta anche il rischio di far “annegare” i contenuti interessanti in mezzo ad un mare di materiale dall’interesse quantomeno discutibile.