In vista del Cyber Monday, il giorno nel quale l’e-commerce statunitense vive la propria prima impennata pre-natalizia, le autorità USA hanno voluto dare una ferma dimostrazione di forza nei confronti di coloro i quali tentano di costruire in Rete un mercato illegale di prodotti contraffatti.
Sono almeno 130 i domini a cui sono stati posti i sigilli: a seguito di una iniziativa portata avanti congiuntamente dal Department of Justice (DOJ) e dall’Immigration and Customs Enforcement (ICE), decine di siti web attivi nella vendita diretta di prodotti irregolari hanno visto sospesa la raggiungibilità del dominio e così facendo sono state interrotte in modo subitaneo le attività commerciali in atto. Una iniziativa similare aveva già preso piede un anno fa (furono 82 i domini bloccati), dunque per il secondo anno consecutivo le autorità sono volute intervenire con la forza a dimostrazione del fatto che «la contraffazione non passa impunita».
I domini fermati fanno riferimento quasi assoluto al mercato della contraffazione: non si evidenziano domini relativi alla distribuzione di file musicali online, il che consegna all’operazione un’impronta molto precisa ed un indirizzo fortemente caratterizzante. DOJ e ICE, insomma, hanno voluto tagliare le gambe a decine di siti pronti a distribuire materiale di squadre sportive, falsi prodotti Louis Vuitton o imitazioni di prodotti Puma.
In vista del Cyber Monday, l’azione USA è una azione simbolica forte. Non sufficiente, non risolutiva, ma quantomeno indicativa dello sforzo delle autorità nella tutela di marchi ed attività lecite.