Negli USA il dibattito sulla Net Neutrality giunge ad un nuovo fallimentare capitolo. Ed è qualcosa che necessariamente interessa tutto il mondo: gli USA, dove la Rete è nata e dove ancor oggi si sviluppa grazie all’avanguardia con cui gli States si muovono nel settore, è il campo di applicazione privilegiato per un dibattito che andrà a determinare il modo in cui la Rete stessa potrà svilupparsi. Ma il momento non sembra essere proficuo: l’inseguimento della Net Neutrality giunge ad una nuova ennesima battuta d’arresto dal sapore molto politico.
La bandiera bianca è issata dal democratico Henry Waxman il quale ha tentato di muoversi per catturare attorno al tema un fronte bi-partizan pronto a votare una legge che affermasse la necessità di una rete aperta e neutrale. La risposta, però, è stata negativa: a Waxman non resta che prendere atto del mancato supporto ricevuto ed il tentativo va così in fumo. La legge non proseguirà nel proprio iter ed il fronte politico sembra così cedere a titolo definitivo. O quasi.
Il problema vero, infatti, non sembra essere legato al merito della proposta, quanto più all’inopportunità della stessa in questo preciso contesto politico. Con l’avvicinarsi delle elezioni di medio termine, infatti, i Repubblicani non sembrano disposti ad offrire collaborazione al presidente Obama, tanto meno su un tema caro ai Democratici e parte integrante del programma di governo della controparte.
Se non si riesce con le buone, si proverà con una forzatura. La Federal Communication Commission (FCC), infatti, sembra essere pronta ad entrare in prima linea in questa battaglia, cercando così di alzare il tono della sfida con una proposta di matrice istituzionale. L’idea di fondo è quella per cui non si possa parlare di banda ultra-larga e di obiettivi di lungo periodo se prima non si stabiliscono delle regole eque per lo sviluppo della rete stessa: il tema è stato oggetto di approfondimenti anche durante il TechCrunch Disrupt in atto in queste ore e l’opinione dei tecnici del settore è la medesima portata avanti da Waxman.
La Net Neutrality vive dunque una battuta d’arresto importante, ma al tempo stesso non vi sono ancora contestazioni che entrano realmente nel merito. Ad oggi lo scontro è pertanto prettamente di stampo politico, il che lascia margini d’azione appena le elezioni di “midterm” saranno passate e le distorsioni elettorali lasceranno nuovamente spazio ad un dibattito più sano sui problemi reali della Rete.
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