Un documento svelato da The Guardian getta una luce tetra sulla privacy dei cittadini USA: ogni singolo giorno milioni e milioni di statunitensi sarebbero monitorati dalla National Security Agency e le loro telefonate sarebbero tracciate in modo massivo. Il documento testimonia la consegna dei dati al Governo da parte di Verizon, ma sembra acclarato il fatto che anche gli altri carrier principali siano sottoposti a medesima (e tacita) richiesta.
Che le intercettazioni avessero raggiunto picchi senza precedenti durante l’era Bush era cosa nota, ma che questo tipo di sorveglianza massiva continuasse anche sotto la reggenza di Barack Obama non era invece cosa nota. Secondo quanto trapelato, invece, la Foreign Intelligence Surveillance Court (Fisa) avrebbe concesso al Governo potere praticamente illimitato sotto questo punto di vista, consentendo un monitoraggio massivo e prolungato di tutti i contatti avvenuti tramite mezzo telefonico tra le persone.
La documentazione emersa con il Datagate evidenzia come il Governo abbia la possibilità di tracciare le parti chiamanti, la geolocalizzazione degli utenti coinvolti, la durata della chiamata e l’ora del contatto; non disponibili, invece, i contenuti delle chiamate. Il periodo del tracciamento è compreso tra il 25 aprile 2013 ed il 19 luglio 2013.
Le parti in causa non hanno affidato al momento alcun commento ai media che si sono interessati dell’argomento. Nulla di cui stupirsi sul fronte Verizon: il carrier è sottoposto a preciso ordine di silenzio sulla base di quanto previsto nella richiesta della NSA. Il caso è però presto diventato uno scandalo per l’estensione e la capillarità della sorveglianza: il monitoraggio, infatti, non prende di mira utenti specifici e per motivazioni precise, ma traccia semplicemente l’intera popolazione per poter agire a posteriori sui dati raccolti.
Ignote le motivazioni alla base di un’opera di monitoraggio tanto estesa. Non sfugge però come il periodo di tracciamento previsto dal progetto inizi immediatamente dopo la strage di Boston di metà aprile: possibile, dunque, una sorta di azione preventiva per reagire con maggior forza nel caso in cui fosse cominciata una nuova stagione stragista ai danni della sicurezza interna USA. I tristi eventi della Maratona di Boston potrebbero pertanto essere ora il cappello sotto cui l’amministrazione Obama andrà a motivare il proprio operato. Molte le prese di posizione contro un Panopticon tanto pervasivo, tra le quali quella pubblica firmata da un nome quale Al Gore:
In digital era, privacy must be a priority. Is it just me, or is secret blanket surveillance obscenely outrageous? http://t.co/KONSBtTWjc
— Al Gore (@algore) June 6, 2013