Il presidente Barack Obama sarà il primo a dover dichiarare una guerra informatica? Si spera almeno non a breve. Infatti dopo due giorni intensi di esercitazione contro gli attacchi informatici la Commissione statunitense per la sicurezza informatica ha sentenziato che la nazione è assolutamente impreparata contro una guerra cibernetica.
La simulazione ha coinvolto 230 rappresentati di agenzie governative, della difesa e della sicurezza sia di società private che di gruppi civili e il responso finale della società di consulenza che l’ha organizzata è stato che «non ci sono strategie per dare risposte adeguate. Non c’è davvero nessuno che possa comandare».
Non è una novità quella degli attacchi informatici: negli ultimi anni ci sono state molte lamentele da parte di diverse nazioni sul fatto di aver subito intrusioni “simboliche” e “dimostrative” nei loro sistemi più importanti da parte di crew di hacker di altri stati (che hanno sempre smentito). La sensazione da parte di tutte le rappresentanze che hanno partecipato all’esercitazione è di trovarsi inadeguati a far fronte a simili attacchi che potrebbero paralizzare tra gli altri il sistema bancario e quello elettrico.
Nello specifico l’esercitazione ha simulato un attacco di massa a cui i partecipanti dovevano porre rimedio con qualsiasi tattica e l’esito ha messo in luce falle nella pianificazione, nelle comunicazioni e soprattutto nella direzione. È infatti opinione di molti che la cosa più importante è porre qualcuno vicino al presidente che si occupi di simili questioni e che possa coordinare una difesa (e probabilmente anche un attacco).
In più il report ufficiale auspica la creazione di un centro per le operazioni di sicurezza informatica che possa regolare tutta la politica riguardo tali tematiche sia nel settore pubblico che in quello privato. I consiglieri privati del futuro presidente Obama pare che siano molto vicini a tali temi e stiano facendo pressioni per fermare la fuoriuscita di segreti di stato, informazioni proprietarie e dati personali.